FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE

Dn 7,9-10.13-14      Sal 96      2Pt 1,16-19       Mt 17,1-9

 

Tutta la liturgia è tesa ad educare i discepoli allo scandalo della croce. Stare di fronte alla realtà e scoprirla in tutta la sua profondità aiuta, fa comprendere, sostiene anche nei momenti difficili,  come sarà la Croce.

Stare di fronte alla realtà trasfigurata, scoprirne il vero, quindi il Bello fa comprendere in modo significativo la frase di  Dostoevskij.  “La bellezza salverà il mondo”:

Le ferie di questi giorni: Parlo a persone che in un certo senso stanno vivendo l’esperienza degli apostoli: avete lasciato il quotidiano per venire qui in vacanza: siete saliti “su un alto monte”, in senso metaforico siete entrati in una dimensione molto favorevole per il cammino della vostra vita:  fermarsi, per guardare la realtà in profondità, scoprirne la bellezza che ne rivela la verità per la nostra vita.

Oggi purtroppo,  misuriamo il valore delle cose dall’utile, le usiamo e le distruggiamo, invece esse ci sono date per scoprire e incontrare  il “Mistero” per farne  di Lui reale esperienza, sentirlo presente sempre, anche nei momenti difficili in cui ci si presenterà in esperienze non subito riconoscibili come frutto del suo amore.

Non in una maniera banale mi domando e vi domando:  “  in questi giorni siete stati capaci di fermarvi per ascoltare il mare?  di gioire davanti ad un tramonto o ad un’alba sul mare?   Siete stati capaci di guardare il volto di vostra moglie o di vostro marito, o dei vostri figli e scoprirvi dietro la presenza di qualcuno più grande che attraverso questi segni, questi volti dice “io ti voglio bene, sono qui accanto a te per camminare ovunque, perché nulla spaventi, neppure la fatica, la croce”. Anche la croce può essere guardata con questi occhi, sulla croce infatti c’è “il più bello tra i figli dell’uomo”, perché lì c’è la pienezza dell’amore.

I discepoli si fermano, escono dal quotidiano ed hanno la grazia di “vedere” chi è veramente chi gli sta di fronte. Fanno un’esperienza meravigliosa da poter gridare “che bello”, riportati alla realtà continuano la vita con la coscienza di questa esperienza che li farà forti davanti alla croce perché anche l’ c’è il Bello, cioè Dio.

E’ l’augurio che ci facciamo

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.