OMELIA III DOMENICA DI QUARESIMA    (Domenica della Samaritana)

Anno A

LETTURE: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2,5-8; Gv 4,5-42

L’uomo vero è colui che, ascoltando il proprio cuore, cerca sempre un ideale grande, che possa dissetare la sua sete di felicità, di verità, di bellezza, di amore, di pace… Il pericolo: accontentarsi dei surrogati, oppure confondere i mezzi con i fini. Oggi la chiesa, con il Vangelo della Samaritana vuole aiutarci a smascherare i surrogati e i mezzi confusi e vissuti come fine.

Il primo passo di questo cammino è accorgersi di ciò che ci sta attorno: direbbe il libro dell’Esodo, siamo in un deserto di ideali, e, quelli che sembrano tali, sono incapaci di “dissetare”. Qualcuno invoca la morte, qualcuno grida perché nella drammatica situazione, possa sgorgare l’impossibile alla logica umana: una fonte che disseti…  Se il bisogno di soddisfare una sete materiale emerge sempre e con forza, quando manca l’acqua, non sempre questo accade quando questa realtà è associata al bisogno di ideali grandi. Il mondo, infatti, “narcotizza”, per i suoi interessi più biechi: ma sappiamo che la droga sembra portare felicità, ma alla lunga distrugge.

Già il profeta Geremia denunciava questo pericolo: “Due sono le colpe che ha commesso il mio popolo: ha abbandonato me, sorgente di acqua fresca e viva, e ha preferito scavarsi cisterne, cisterne screpolate, incapaci di contenere acqua.”

Secondo passo, l’accorgersi di quanto sta dentro di noi. Con evidenza questa drammatica realtà emerge nel Vangelo odierno: La samaritana è preoccupata della sete materiale e crede che, nel risolvere questo problema con la minor fatica possibile, sia la soluzione più conveniente. Solo l’amore di chi le si siede accanto, farà emergere in lei una sete più vera che inconsapevolmente ha sempre cercato di dissetare ma che mai ha trovato vera risposta: Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».

Amare, amarsi sta nell’aiutare l’umano che c’è in noi e attorno a noi ad uscire da questa ambiguità, per poter gridare quasi con un urlo liberatorio: «Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».

Ma l’episodio della Samaritana continua con un imprevedibile finale: la donna si accorge di avere davanti “uno” che può veramente rispondere al suo problema: “vedo che tu sei un profeta!”, ma invece di immergersi subito in quel rapporto che stava per nascere, svia il tutto chiedendo un giudizio su una questione“ religioso” d’attualità in quel tempo. Gesù reagisce: “Credimi, donna….” Il problema non è risolvere quanto tu chiedi, il problema è il tuo cuore, sei tu e le sue vere attese!

Una denuncia chiara: la vera religiosità è l’incontro con Lui, IL Cristo, che risponde al cuore umano e non risolvere i problemi di politica religiosa in cui spesso naufraghiamo: (potremmo fare mille esempi… da come è gestita la realtà ecclesiale, alle varie pratiche a cui diamo più o meno efficacia…) Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te»

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