Anno A
LETTURE: Is 8,23b – 9,3; Sal 26; 1 Cor 1,10-13. 17; Mt 4,12-23
DOMENICA DELLA PAROLA DI DIO
Leggevamo domenica scorsa sempre in Isaia: «È troppo poco che tu sia mio servo
per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».
Ecco che questa parola ha oggi il suo compimento: Il nuovo “Servo” dopo l’investitura sul Giordano è pronto per iniziare e realizzare il suo compito “lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: “…“Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta» e lì scegli il primo gruppo di discepoli con cui condividerà questa missione.
Comincia dalle regioni maggiormente segnate dal paganesimo, è lì che lancia il suo invito: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino»
Egli, dunque è “Luce” per convertirci. Più ci si immerge in questa luce, più il cuore dell’uomo si converte. Più sa accogliere questa nuova presenza, più conosce se stesso, più segue, maggiormente entra in profonda comunione con chi lo ha illuminato e diventa così partecipe della Sua stessa missione.
Egli è “Luce” per passare dalle tenebre alla luce: tutta la scrittura è ricca di questo simbolismo per identificare la continua conversione a cui il cristiano è chiamato. Cogliere la bellezza di ciò che fa vero l’uomo e un invito a viverla. La Bellezza di una esperienza si scopre in un cammino che è carico di un adeguato lavoro: Incontrare (accorgersi che esiste la bellezza di una vita e che, se riconosciuta, può colpire il cuore), conoscenza, stupore, impegno a ricercarne gli strumenti per renderla vita nostra, giudizio. Tutto questo cambia e realizza quella continua conversione che va di pari passo con il lavoro di cui sopra, mai compiuto una volta per sempre.
Luce: L’evangelizzazione è luce: Il cambiamento operato dalla continua conversione è il primo e fondamentale passo con cui noi, come Cristo, “il Servo” per eccellenza dilatiamo al mondo ciò che fa veri, autentici, questa è la carità più grande che possiamo fare al mondo, e, insieme poi, continuando ad attingere a questa luce per essere l’albore del Regno di Dio. ( “Ecclesia semper reformanda: la Chiesa è popolo sempre in conversione:)
Oggi in tutta la Chiesa e voluta da Papa Francesco, si celebra la Domenica della Paroladi Dio, a cui è stata data questo titolo: «Vi annunciamo ciò che abbiamo veduto» (1Gv 1,3). Questo titolo riassume bene ciò che abbiamo meditato. Questa Parola è prima di tutto una Persona, che illumina, Cristo, che testimonia il “vero” che vede vissuto nel Padre, seguirla è la strada per scoprire la bellezza di questo “vero”, desiderandolo per sé come la realtà più bella, e come per ogni cosa bella, desiderandola per tutti. Nella realizzazione di questo desiderio, nasce infatti la missione, la capacità di far vedere una esperienza e di darne le ragioni.