AVVISI DAL 26 APRILE 2021

PT  =   Ponte Tavollo  ——-   GM  =  Gabicce Mare
Lunedì 26/04 Martedì 27/04 Mercoledì 28/04 Giovedì 29/04 Venerdì 30/04 Sabato 01/05 Domenica 02/05
S. MESSE

 

PT. 7,00

GM  17,00

 

PT  Dalle 15,30 alle 18

S: confessioni presente don Lino

 

PT  h. 20,30

Adorazione Eucaristica Gruppo Regina della pace

S. MESSE

 

PT. 7,00

GM  17,00

 

S. MESSE

 

PT. 7,00

GM  17,00

 

S. MESSE

 

PT. 7,00

GM  17,00

 

 

 

 

 

S. MESSE

 

PT. 7,00

GM  17,00

 

S. MESSE

 

GM dalle 11 alle 12      S. Confessioni

Presente don Mario

 

VIGILIARI

GM   \7,00

PT  18,30

 

 

S. MESSE

 

PT. 7,30  –  10,00

GM  11,30 –  17,00

 

Il re saggio e la nascita del Rosario   In particolare la storia ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il saggio, re di Castiglia e Leon, in “Las Cantigas de Santa Maria” celebrava Maria come: «Rosa delle rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica signora, luce dei santi e dei cieli via (…)». Di lì a poco il beato domenicano Enrico Suso di Costanza mistico tedesco vissuto tra il 1295 e il 1366 nel Libretto dell’eterna sapienza si rivolgeva così alla Madonna: «Sii benedetta tu aurora nascente, sopra tutte le creature, e benedetto sia il prato fiorito di rose rosse del tuo bei viso, ornato con il fiore rosso rubino dell’Eterna Sapienza!». Ma il Medio Evo vede anche la nascita del Rosario, il cui richiamo ai fiori è evidente sin dal nome. Siccome alla amata si offrono ghirlande di rose, alla Madonna si regalano ghirlande di Ave Maria.
Le prime pratiche devozionali, legate in qualche modo al mese di maggio risalgono però al XVI secolo. In particolare a Roma san Filippo Neri, insegnava ai suoi giovani a circondare di fiori l’immagine della Madre, a cantare le sue lodi, a offrire atti di mortificazione in suo onore. Un altro balzo in avanti e siamo nel 1677, quando il noviziato di Fiesole, fondò una sorta di confraternita denominata “Comunella”. Riferisce la cronaca dell’archivio di San Domenico che «essendo giunte le feste di maggio e sentendo noi il giorno avanti molti secolari che incominiciava a cantar maggio e fare festa alle creature da loro amate, stabilimmo di volerlo cantare anche noi alla Santissima Vergine Maria….». Si cominciò con il Calendimaggio, cioè il primo giorno del mese, cui a breve si aggiunsero le domeniche e infine tutti gli altri giorni. Erano per lo più riti popolari semplici, nutriti di preghiera in cui si cantavano le litanie, e s’incoronavano di fiori le statue mariane. Parallelamente si moltiplicavano le pubblicazioni. Alla natura, regina pagana della primavera, iniziava a contrapporsi, per così dire, la regina del cielo. E come per un contagio virtuoso quella devozione cresceva in ogni angolo della penisola, da Mantova a Napoli.

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