OMELIA DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

 Anno B
LETTURE: Is 50,4-7; Sal 21; Fil 2,6-11; Mc 14,1-15,47

 

Tutta la quaresima ci ha comunicato il tentativo di Dio di fare alleanza con il Suo popolo, ma sempre Israele ha preferito altro. La parabola dei vignaiuoli infedeli ( Marco 12,1-8.12 ) testimonia la continua misericordia di Dio che alla fine dirà: tentiamo con Mio Figlio: ”…  Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”.  Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”.  Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna …  “ “Che farà dunque quel padrone della vigna?”  Con il Sangue di quel Figlio firmerà la Nuova ed Eterna Alleanza.

Nell’umanità di quel Figlio, c’è tutta la nostra umanità, che finalmente dice “Si” al Padre. Per questa totale fedeltà infatti: “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce.” … “Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome,”.

Che cosa dunque doveva fare  quel Padrone della vigna? rinnovò, nonostante tutto ancora la Sua misericordia, fidandosi dell’umanità di Suo Figlio e in quell’umanità, quella di tutti gli uomini che “nel nome di Gesù, avrebbero piegato ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto terra, e avrebbero proclamato con ogni lingua: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre.”

Tutta l’umanità, che si sarebbe riconosciuta nell’umanità di Cristo e che attraverso il Battesimo avrebbe accolto il dono di essere Figlia nel Figlio diventa da quel momento la generazione con cui Dio firma la Nuova ed Eterna Alleanza.  E’ “garante Cristo” con l’offerta di sé, “comprando” per Dio un popolo che gli potesse appartenere.

Il Cammino di Cristo, la passione che seguiremo passo passo in questi giorni è il prezzo che Cristo “paga” perché nessuno di noi torni ad essere quel popolo ingrato che uccide i profeti e deturpa la Vigna del Signore, ma possa essere nel Figlio, quel Figlio “obbediente” che anticipa “qui ed ora” quel Regno di cui Gesù è il Re. Una regalità che il mondo non solo non concepisce ma disprezza: “Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo:  «Salve, re dei Giudei!».  E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.”

Il nostro Battesimo: Abbiamo cercato di riscoprirlo in questa quaresima …  Ne celebreremo la memoria nella notte di Pasqua benedicendo l’acqua che porteremo nelle nostre Famiglie per riconoscere che anch’esse possano appartenere a questa regalità … rinnoveremo le promesse battesimali, dopo esserci immersi nel Sacramento del perdono …  Nello sguardo alla croce gloriosa, alla vittoria di Cristo sulla morte,  riaffermeremo  il nostro desiderio di essere di Cristo a “Gloria di Dio Padre”

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