OMELIA II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno B
LETTURE: 1 Sam 3,3b-10.19; Sal 39; 1 Cor 6,13c-15a.17-20; Gv 1,35-42

 

Tradizionalmente le domeniche che seguono l’Epifania  cercano di sviluppare un tema fondamentale , importante per chi incontra Gesù:  “Chi è costui?” Una domanda che, trattandosi di una persona, non ha una sua prima risposta in una definizione pur giusta,  ma in un sentimento che mette in atto un movimento che, se positivo, riempie il cuore nella sua attesa, fa sentire  appagati,  soddisfatti, desiderosi di condividerne l’esistenza, e, per averne ulteriore conferma, nasce naturale il desiderare “subito” la Sua compagnia.  La vita si scopre così più vita, si riempie di significato per cui vale la pena esistere.

C’è un modo di “conoscere” l’umano, che l’uomo scopre in sé, profondamente ragionevole, perché s’accorge, e Lui stesso non sa spiegarselo come, che quella presenza incontrata corrisponde a tal punto da desiderarla accanto a sè per sempre, come si desidera per sempre ogni realtà vera, ogni vero amore.

Protagonista dell’episodio odierno è sempre quel Giovanni Battista venuto proprio per preparare la strada a “Colui del quale non sono degno di slegare il laccio dei sandali”. Ai suoi discepoli, a coloro che lo hanno seguito non può non offrire, finalmente, il regalo più bello, indicare Colui per il quale Egli era stato inviato e per il quale sarà disposto a dare la vita, così come il Sacerdote Eli, nella prima lettura, al piccolo Samuele.  Il compito grande per ogni vero educatore, è quello di non trattenere chi ci è stato “affidato”, ma proiettarlo verso il vero bene, indicando nella concretezza il segno che Dio pone sulla sua strada.

Le parole di Giovanni Battista sono espressioni chiare al vero Israelita: “Ecco l’Agnello di Dio”, chi ascolta ha dietro a sé tutta una tradizione che ora può toccare con mano, farla sua, per poi a sua volta dilatarla al mondo intero. Ma come questo? Facendone esperienza.  E poiché l’Agnello di Dio è una persona, l’esperienza è solo un “Incontro”. Come sopra descritto.

L’evangelista Giovanni narra sobriamente questo incontro, ma con quell’efficacia che non dimentica nulla: La curiosità che muove, la gioia di una risposta, una esperienza intensa, il desiderio di rimanere, la testimonianza a tutti, a cominciare dai più vicini, della scoperta fatta, il cambiamento della vita, sottolineato dal cambiamento del nome.

Anche il Giovane Samuele, educato a leggere i segni della presenza del Signore, non può rimanere fermo, addormentato, di fronte a quanto lo sta provocando, il maestro dirigerà il suo desiderio  ed Egli diventerà un grande “strumento” nella mani di Dio.

Per ognuno Dio riserva momenti come questi. La grazia di avere maestri saggi, che tengono desto il cuore farà il resto.  Che Dio ci  dia lquesta grazia di incontrare maestri così e, se adulti di essere maestri così!

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