OMELIA I DOMENICA DI AVVENTO


Anno B LETTURE: Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1 Cor 1,3-9; Mc 13,33-37

 

Ricomincia l’anno liturgico, la liturgia ci interpella di nuovo non per ripetersi ma per andare sempre più in profondità e ancora  ci chiede il coraggio di riproporci la domanda fondamentale che l’uomo desideroso di infinito si porta sempre appresso: Attendiamo e se attendiamo da chi aspettiamo le risposte che ogni cuore non atrofizzato attende?

Il profeta Isaia descrive bene la nostra situazione attuale: “Ecco, tu sei adirato perché abbiamo peccato
contro di te da lungo tempo e siamo stati ribelli.”

Abbiamo peccato … !  Sarebbe interessante ridare un contenuto serio a questa parola! Non la semplice trasgressione  di regole, fossero pure i dieci comandamenti, ma la rottura di un rapporto vitale come quello ben descritto dalla parabola del figliol prodigo.

Siamo stati ribelli … !  La ribellione, non certo intesa, come atto esplicito di rifiuto, ma come continua ricerca fuori dalla fede di ciò che da consistenza alla vita, appoggiando con tranquillità il nostro fare sull’ideologia umana, Tutto il vissuto affrontato “come se Dio non centrasse”

 «Dio, se c’è, non c’entra». Diceva un grande filosofo Cornelio Fabro” e aggiungeva un grande maestro di vita cristiana: don Luigi Giussani: “                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            “Dio non c’entra con l’uomo concreto, con i suoi interessi, i suoi problemi, ambito in cui l’uomo è misura a se stesso,signore di se stesso, sorgente e dell’immaginazione del progetto e dell’energia concreta per la sua realizzazione, ivi compresa la direttiva etica implicata. Nell’ambito dei problemi umani dunque Dio – se c’è – è come se non fosse. Si realizza così la divisione tra un sacro e un profano, quasi che possa esistere qualcosa che stia al di fuori del «tempio» di Dio che è  il cosmo intero.”

Ma ancora il profeta annuncia che questo Dio non si è stancato di noi, ritorna: “      Ritorna per amore dei tuoi servi, per amore delle tribù, tua eredità. Se tu squarciassi i cieli e scendessi!
Davanti a te sussulterebbero i monti.”

Scrive ancora un altro autore:  Niebuhr: «Niente è tanto incredibile quanto la risposta a una domanda che non si pone». Ecco il grande dramma, ancora dell’uomo moderno. Il peccato dell’apostasia, dell’abbandono della casa del Padre, della ribellione, è vissuto nella più totale indifferenza nonostante i risultati che ogni giorno constatiamo: nessuno sembra farsene un problema, ma questo peccato  ha bisogno di un giudizio  e di una nuova e concreta consapevolezza che nei tempi in cui viviamo:                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   basterebbe il solo sguardo per accorgersi dei segni.

Ecco allora l’altra parola dell’Avvento: “Fate attenzione, vegliate … !”

Ma questo richiamo potrà trovare una possibile accoglienza se il soggetto che ne è investito è così appassionato alla vita da non aver paura di un lavoro: Uscire dagli schemi correnti per dare spazio a Colui che è “nostro Padre”. Possa come nel giorno della creazione fare di noi il suo capolavoro: “noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.” .

Ieri fu dono, Oggi è necessario il nostro desiderio e la nostra libertà!

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