OMELIA II DOMENICA DI PASQUA “della Divina Misericordia”

 LETTURE: At 2,42-47; Sal 117; 1 Pt 1, 3-9; Gv 20, 19-31

 

Nella testimonianza della Comunità primitiva e nella sua esperienza del “primo giorno della settimana” (la domenica), la chiesa in questo tempo di Pasqua vuole ridirci la forza e la bellezza di quanto abbiamo sperimentato nei sacramenti Pasquali, ricordandoci il metodo per non mortificarli.

 

Gli atti degli apostoli, nel brano odierno, non con un discorso ma con una istantanea sul gruppo dei credenti, veniamo posti davanti ai quattro atteggiamenti su cui deve fondarsi, per costruire, la fede nel risorto, la vita di noi risorti:

– 1) erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli: ascolto della Parola di Dio

– 2) erano perseveranti nella frazione del Pane: l’Eucaristia Domenicale

– 3) stavano insieme e avevano ogni cosa in comune: la Carità

– 4) Ogni giorno il Signore aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati: La missione

 

San Paolo, ricorda che quanto sopra potrà essere esperienza profonda,

cioè qualcosa che incide nel tempo, se tutto verrà vissuto come gratitudine per ciò che personalmente abbiamo incontrato, e per ciò ha cambiato la nostra vita. Una gratitudine che ha la sua prova del nove, nella gioia. Significativa la sottolineatura … La gioia non è la soddisfazione che nasce dal ben procedere nelle varie circostanze della vita, ma al contrario è il frutto della certezza dell’ essere amati (fede), sempre in qualsiasi circostanza, e poter fare tesoro positivo di tutto ciò che accade, anche nel negativo. (Sarebbe interessante verificarlo nelle circostanze che stiamo vivendo)

 

Nel Brano di Vangelo di Giovanni troviamo il rimando concreto all’incontro con il Cristo Risorto, che ha cambiato la nostra vita: Un incontro personale, come quello di Tommaso, che recupera tutte le incertezze e le povertà vissute, facendola esplodere nella certezza più sincera e più profonda, proclamando Colui che gli sta di fronte il  «Mio Signore e mio Dio!» Un incontro capace di sollecitare la personale responsabilità al dono ricevuto: andare nel mondo a perdonare i peccati. (la misericordia come approccio di ogni rapporto)

 

Domenica della misericordia: Amati e scelti per misericordia, Cristo ci invita a dilatare al mondo questa stessa misericordia come frutto di una vita che sa donarsi nella carità, come fece Cristo. Quel Cristo risorto che celebriamo, oggi , per la potenza dello Spirito che ha effuso sulla Chiesa nascente, vive e si comunica con le membra del suo Corpo mistico che siamo ciascuno di noi.

Misericordia, così definita da S. Agostino: Miseri, a coloro che sono niente, e gli si rivoltano contro, cor dat, da il suo cuore:

Misericordia, così ben affermata dal motto dello stemma di Papa Francesco: “Miserando atque eligendo”, parole tratte da una meditazione sulla chiamata di Matteo il pubblicano, “con sentimento d’amore lo scelse”, ben sapendo chi fosse.

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