OMELIA XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

XIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno B
LETTURE: 1 Re 19,4-8; Sal 33; Ef 4,30-5,2; Gv 6,41-51

 

I segni sono per loro natura gesti che richiedono un lavoro per essere compresi nel loro significato più profondo:  Gesù li valorizza per “costringere” la nostra libertà a questo lavoro. L’Amore infatti non si impone, ma si propone.

Che Dio si sia fatto uomo e resosi incontrabile in un uomo: Gesù di Nazareth, è sempre stato uno scandalo, “lo scandalo dell’Incarnazione:” E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui non conosciamo il padre e la madre? Come dunque può dire: “Sono disceso dal cielo”?».

Solo chi si è lasciato coinvolgere da questa “umanità” e lo ha seguito ha potuto constatare che era una “umanità dell’altro mondo”. Chi si è fermato a guardare, chi si è bloccato al pre-concetto, non è stato capace di andare oltre, è rimasto con le proprie obiezioni.

Così oggi per la chiesa, così oggi per quel “pane disceso dal cielo, che è la mia carne per la vita del mondo».

Il segno è sempre legato ad una esperienza umana, ma va oltre:

Gesù, infatti,  parte da un significato umano del pane e dal significato religioso che Israele gli aveva già associato: ringraziare Dio del dono della terra da cui germoglia il grano (prima alleanza), e in continuità, gli da un nuovo contenuto. (nuova ed eterna alleanza)

Riflettiamo su questo passo tratto dal sito “Maranhata” .
“Il pane eucaristico segue le leggi del pane casalingo offerto dal padre di famiglia ai suoi. Il pane acquista significato perché qualcuno lo ha fabbricato, qualcuno lo ha guadagnato, qualcuno lo mangerà. I genitori procurano il pane, il cibo, i vestiti, con il proprio lavoro. Essi sono pane di vita per i loro figli, non soltanto perché hanno dato loro la vita, ma perché, in qualche modo, sono continuamente «mangiati» dai loro figli. Dando il pane, frutto del loro lavoro, il padre e la madre possono in qualche modo dire: «Questo pane è la mia carne data per i miei figli», mentre i commensali che partecipano a questo pane, partecipano, in qualche modo, alla vita stessa di chi loro lo dona.” Figli e Genitori sono infatti “Uno”, una sola famiglia.
Se genitori e figli possono dare al pane un significato così profondo, perché Gesù non potrebbe dare  al pane che ci da,  un significato e una realtà tutta nuova,” Questo pane che Io spezzo è “ Il mio corpo offerto in Sacrificio per Voi”  e per rendervi presente Tutto me stesso, e il mio amore, e per diventare un tutt’uno con coloro che mi mangeranno …..!?

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