OMELIA I DOMENICA DI AVVENTO

Anno B

LETTURE: Is 63,16b-17.19b; 64,2-7; Sal 79; 1 Cor 1,3-9; Mc 13,33-37

 

Ha inizio il nuovo anno liturgico, ci accompagnerà la lettura del Vangelo di Marco.

Avvento, attesa di chi? Chi attende? Che cosa attendiamo, se attendiamo?

La liturgia della Chiesa in questo periodo vuole educare la domanda del cuore dell’uomo, perché capisca cosa attende e a riconoscere nella risposta (il Natale) il vero compimento dei desideri veri.

Già l’Antico Testamento capiva di aver bisogno di una risposta che non fosse una definizione, una risposta più grande di sé, e invocava Dio dentro la miseria delle sue vicende storiche: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi” Solo  Tu “perché, tu sei nostro padre;
noi siamo argilla e tu colui che ci plasma,
tutti noi siamo opera delle tue mani.”

Comprendere di aver Bisogno perché creatura finita, argilla ma con nel cuore la natura di Figli (tu sei nostro Padre), la natura dell’infinito che solo uno come il Padre può colmare.

Vegliate ci ripete l’evangelista Marco, per riconoscere la Sua presenza, qui, ora  nei segni della vita: Le sue provocazioni e le Sue consolazioni. Vegliate perché il Signore è vicino, ci ripete la liturgia di oggi, perché la risposta che attendiamo è già presente. Chi vive così  s’accorge che tutto è grazia, che tutto è per un positivo.

Che quella manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo di cui parla S. Paolo è reale,

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