OMELIA V DOMENICA DI QUARESIMA (Domenica di Lazzaro)

Anno A

LETTURE: Ez 37, 12-14; Sal 129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45

«Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio”.  “L’uomo vivente è gloria di Dio”, diceva sant’Ireneo alla sua comunità di Lione sin dal secondo secolo, infatti che c’è di più bello, di più grande, di più esaltante per un padre se non la realizzazione del proprio figlio. Che cosa c’è di altrettanto esaltante per un padre, poter togliere il proprio figlio da una posizione umiliante e disastrosa e ridonargli la grandezza della propria umanità.

Lazzaro è il simbolo dell’uomo morto per il peccato, Cristo opera la resurrezione e lo riconsegna al Padre nello splendore di una vita riconquistata.

Una umanità redenta, risuscitata, perché il mondo veda e creda “affinché voi crediate”. Affinché crediamo in Gesù, che il Padre ha mandato. “Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui”.

Credere in Gesù, ancora una volta commosso profondamente, per la nostra condizione umana, segnata dal male e dal peccato, disposto a dare la vita perché ci sia vita. La Pasqua accade perché l’uomo sperimenti questa “commozione” che Dio vive per Lui e si lasci ancora una volta amare.

Dalle acque del Battesimo e dall’abbraccio che scaturisce dal sacramento del Perdono, può ricominciare per tutti questa passione alla vita vera, capace di una grande fecondità per sé e per il mondo: la Gloria di Dio è palpabile e sperimentabile soprattutto nella vita dei grandi santi convertiti. La Chiesa vive dalla loro testimonianza che edifica continuamente tutto il popolo di Dio, chiamato a portare al mondo la certezza che la vita vera c’è, è possibile dove la voce di Cristo è ascoltata, dove la sua persona è riconosciuta e seguita.

Ai ragazzi del catechismo ho proposto la vita di alcuni uomini e donne che nell’incontro con Cristo hanno cambiato radicalmente la loro esistenza: risorti hanno incominciato a sperimentare una vita piena, dilatandola nella storia. Farebbe bene anche a noi adulti ripercorrere la loro testimonianza, leggendo la loro vita cominciando dai tratti più essenziali che possiamo trovare in internet, alla scelta di qualche libro che potrà stupirci…

Cito qualche nome

Sant’Agostino, il figlio di tante lacrime, come si esprimerà la madre Monica, che approda alla fede nell’incontro con una comunità viva e dopo il Battesimo ricevuto con  il figlio naturale         Adeodato, definito da Agostino stesso, il figlio del peccato, che diviene così il figlio della grazia”, ed alcuni amici, sarà il grande Pastore e padre della Chiesa intera che edificherà con l’esempio e i suoi numero scritti, primo fra tutti le sue  “Confessioni”

Sant’Ignazio di Loyola: Una battaglia che lo segna con una grande ferita esteriore ed interiore. Il grido: “Aiutami Signore, che non trovo soccorso negli uomini né in nessuna creatura…” sarà l’inizio di un cammino che lo porterà a vivere una grande amicizia cristiana con alcuni compagni di studio della Sorbona, primo nucleo di quello che sarà la Compagnia di Gesù

Jacque Fesch: un giovane francese desideroso di assecondare tutti i suoi capricci, ma non tutto andrà per il verso giusto. Braccato dopo una rapina in banca, uccide un poliziotto. La pena sarà la ghigliottina. In carcere inizia un grande percorso di conversione. La chiesa sta studiando in profondità questo cammino prodigioso e lo ha proclamato Venerabile.

La lista potrebbe continuare all’infinito, perché Dio non si stanca di resuscitare chi pur avendo sbagliato alla grande è rimasto uomo e in un certo momento della sua vita è riuscito a far riemergere il grido che si era assopito nel cuore e  che Jacque ha saputo ripetere davanti alla ghigliottina: “Signore non abbandonarmi”

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.