Anno C
LETTURE: Ml 3, 19-20; Sal 97; 2 Ts 3, 7-12; Lc 21, 5-19
“Gesù Cristo si è fatto povero per voi” (cfr 2 Cor 8,9)
VI GIORNATA MONDIALE DEI POVERI
Camminiamo verso la fine dell’anno liturgico e la chiesa ci invita ad un esame di coscienza, così come dovrebbe succedere al termine di ogni giorno, al termine di una impresa, al termine della grande impresa che è la nostra vita. Ci sarà un giudizio, e questo giudizio avrà un punto di riferimento ben preciso: Che ne è stato del tempo che ci è stato offerto per costruire quel Regno di Dio che Gesù ha inaugurato e che ha posto nelle mani nostre, perché nella libertà e nella donazione di ciascuno di noi potesse crescere e diventare quel Grande albero dove tutti gli uccelli del cielo potessero costruirvi il loro nido sicuri di trovarvi cibo e riposo? Oggi la Chiesa celebra la GIORNATA DEL POVERO: il comandamento dell’amore è la legge di questo regno. La nostra Caritas Diocesana, partendo dal discorso di Papa Francesco ci invita ad alcune riflessioni personali. Possano essere un contributo che aiuta la nostra vita a porre un giudizio che senz’altro apporterà del bene prima di tutto a noi e poi al mondo intero. Eccolo
“Gesù Cristo […] si è fatto povero per voi» (Paolo, 2 Cor 8,9).”
“La Giornata Mondiale dei Poveri torna anche quest’anno come sana provocazione per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente.”
“Questa VI Giornata Mondiale dei Poveri diventi un’opportunità di grazia, per fare un esame di coscienza personale e comunitario e domandarci se la povertà di Gesù Cristo è la nostra fedele compagna di vita.”
1. “Davanti ai poveri non si fa retorica, ma ci si rimbocca le maniche e si mette in pratica la fede attraverso il coinvolgimento diretto, che non può essere delegato a nessuno. A volte, invece, può subentrare una forma di rilassatezza, che porta ad assumere comportamenti non coerenti, quale è l’indifferenza nei confronti dei poveri. Succede inoltre che alcuni cristiani, per un eccessivo attaccamento al denaro, restino impantanati nel cattivo uso dei beni e del patrimonio. Sono situazioni che manifestano una fede debole e una speranza fiacca e miope. ” Qual è il valore del denaro e dei beni materiali nella mia vita: strumenti necessari per la vita quotidiana e per i rapporti sociali o valori assoluti, scopi per cui vivere?
2. “Non si tratta, quindi, di avere verso i poveri un comportamento assistenzialistico, come spesso accade; è necessario invece impegnarsi perché nessuno manchi del necessario. Non è l’attivismo che salva, ma l’attenzione sincera e generosa che permette di avvicinarsi a un povero come a un fratello che tende la mano perché io mi riscuota dal torpore in cui sono caduto.”
Nella mia vita che posto ha la preoccupazione per i poveri e la giustizia sociale? Sono incombenze che delego ad altri o mi sento chiamato in causa in prima persona?
3. “C’è un paradosso che oggi come nel passato è difficile da accettare, perché si scontra con la logica umana: c’è una povertà che rende ricchi…L’esperienza di debolezza e del limite che abbiamo vissuto in questi ultimi anni, e ora la tragedia di una guerra con ripercussioni globali, devono insegnare qualcosa di decisivo: non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice. Il messaggio di Gesù ci mostra la via e ci fa scoprire che c’è una povertà che umilia e uccide, e c’è un’altra povertà, la Sua, che libera e rende sereni. …La povertà di Cristo ci rende ricchi. …La ricchezza di Gesù è il suo amore, che non si chiude a nessuno e a tutti va incontro, soprattutto a quanti sono emarginati e privi del necessario.”
Sono disposto a impegnarmi, col Suo aiuto, per seguire la strada di Gesù “condividendo la vita per amore, spezzando il pane della propria esistenza con i fratelli e le sorelle, a partire dagli ultimi, da quanti mancano del necessario, perché sia fatta uguaglianza, i poveri siano liberati dalla miseria e i ricchi dalla vanità, entrambe senza speranza”?