OMELIA XVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO  

Anno C

LETTURE: Qo 1, 2; 2, 21-23; Sal 94; Col 3,1-5. 9-11; Lc 12,13-21

Il Dio Biblico è profondamente rispettoso della libertà umana: davanti ai grandi o piccoli problemi della vita, non da “rispostine”, ma richiama sempre il fondamento delle cose, perché poi ognuno, liberamente, e a partire da un serio giudizio, faccia responsabilmente le proprie scelte di cui poi dovrà rendere conto in bene o in male.

I temi trattati sono attualissimi: l’eredità, quanti rapporti familiari si incrinano proprio davanti a tali situazioni, o, il come gestire la propria ricchezza, in relazione al senso ultimo della vita…

Lasciamo a ciascuno di noi il coraggio di una riflessione personale, senza dimenticare la provocazione che oggi ci viene dalla presenza tra noi di questa Sacra Effige, ferita in odio alla fede, in Iraq a Batnaya (Mosul) durante l’occupazione di quei territori da parte dell’ISIS.

Conosciamo tutti le terribili vicende, riportate alla memoria da uno degli ultimi viaggi di Papa Francesco, in quella occasione abbiamo riviste le terribili immagini di distruzione nel tentativo di eliminare un popolo, la sua lunghissima storia, la sua millenaria fede Cristiana. (Domenica prossima durante le s. Messe avremo una testimonianza in proposito). Conseguenza di questo Martirio è stata anche la perdita di tutti i beni materiali, personali e comunitari. Costretti ad emigrare, con la sola ricchezza di quella fede, che ora sta sostenendo il ritorno e la ricostruzione.

Perdere tutto per la fede che si professa, certo costretti dalle circostanze, ma liberi per questo di non tradire quel Cristo che per primo, direbbe San Paolo, “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.” Accettare di perdere tutto per riaffermare con la vita che l’unica ricchezza che conta è  ”Cristo”.

A noi, lontani da questi drammi, sembrano affermazioni utopistiche. Al contrario esse sono reali. Una testimonianza che dovrebbe mettere in crisi, noi cristiani, qualche volta da “salotto”, dove ragioniamo su Dio, ma sembriamo incapaci di privarci di qualsiasi cosa per affermare Lui, l’unica consistenza della vita.

Ancora San Paolo oggi ci ha ricordato: “se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra.” Se veramente ci riteniamo cristiani, la nostra vita è chiamata ad altri criteri, e quando li dimentichiamo Dio ci richiama con fatti concreti, con la testimonianza di fratelli: “Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto.” (Rm 12)

Vorrei concludere non cadendo nella banalità dell’aiutiamoli a ricostruire, ma nel ricordarci che anche il nostro contributo per sostenere la loro ricostruzione è un gesto fortemente ecclesiale: Anche qui, lo aveva già richiamato San Paolo per la colletta fatta dalle chiese per la chiesa di Gerusalemme. Noi siamo debitori nei loro confronti, per la ricchezza di fede testimoniata, noi ricambiamo come possiamo, e richiamati dalla liturgia odierna ci aiutiamo, anche per questa situazione, ad usare anche i nostri beni materiali con il criterio, non della generosità, ma con quello della comunione che nasce dalla fede nell’unico Cristo

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