OMELIA VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

ANNO C

LETTURE: Sir 27,4-7; Sal 91; 1Cor 15,54-58; Lc 6,39-45

Continuando il lavoro di queste domeniche, nelle quali la liturgia ci ha proposto la grande pagina delle Beatitudini, la Parola oggi ascoltata è, potremmo dire, un invito a verificare se nella nostra vita queste dimensioni occupano una reale attenzione, cominciando, per esempio, ad essere tensione concreta del nostro atteggiamento, quello che nasce dal cuore, quello che nasce dal desiderio di portare alle nostre attese una risposta frutto di quella vita nuova che il battesimo ha innestato in noi: “L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore”. La prima lettura è un invito alla verifica, essa invita al coraggio di una leale riflessione, infatti: “quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti” a partire dai discorsi che pone in essere, e dalle logiche di vita che afferma. Un esempio concreto: quando ci si augura qualche cosa, si finisce sempre con l’affermare: “basta la salute, il resto è solo conseguenza…” oppure: “beati coloro che non hanno preoccupazioni economiche, che stanno bene…” e frasi di questo tipo emergono spesso, e così facilmente da indurre a capire, ecco la riflessione, che la logica delle beatitudini forse neppure ci sfiora…. Non che tali doni vanno disprezzati, ma mai assolutizzati a tal punto che, se anche mancassero, la logica del “beati” non verrebbe meno, anzi…! Se la prima lettura è un invito a riflettere sul nostro “parlare” il Vangelo è al contrario ad un invito a riflettere sul nostro operare: “Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo.” Anche l’azione nasce dal “cuore” e rivela di che pasta è fatto: La ricerca spasmodica del ben-avere in contrapposizione al ben-essere ne è la prova concreta, anche qui, senza disprezzare nulla, ma avendo la capacità di un giudizio che parte da ciò che dovremmo essere per la scelta cristiana operata, di mettere al posto giusto, ciò che precede e che sta a fondamento di tutto. Ecco dunque il tempo quaresimale per dare il giusto posto alla riflessione e alla azione con il relativo giudizio. Chiarissimo il Vangelo di oggi, il vero giudizio non è all’operato dell’altro, anche in nome di un progetto buono, ma alla nostra vita. “Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? … Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.” L lavoro quaresimale che ha nelle parole: Ascolto, Preghiera, Digiuno, Carità ci aiuterà, se lo vogliamo in questa verifica. Vorrei a conclusione, trascrivere qui l’invito del Papa al digiuno del Mercoledì delle Ceneri, perché anche il dramma che stiamo vivendo, quello della guerra, non sia prima di tutto qualcosa da lasciare agli addetti ai lavori, ma una provocazione perché il nostro cuore cambi, l’unica condizione vera per cui accada la pace: E ora vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare del prossimo 2 marzo, mercoledì delle ceneri, una Giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.