OMELIA XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno B
LETTURE: 2 Re4,42-44; Sal 144; Ef 4,1-6; Gv 6,1-15

 

Da questa domenica la liturgia abbandona momentaneamente il Vangelo di Marco per offrire alla nostra meditazione il meraviglioso capito 6° di San Giovanni,  Il grande discorso sui segni che il Messia avrebbe dovuto offrire al popolo di Israele per essere  riconosciuto tale. Egli come nuovo Mosè avrebbe dovuto ripetere il miracolo della mamma e del mare.

Il miracolo della manna, il pane che sfama il popolo in cammino verso la libertà e che Dio concede ogni giorno per la preghiera di Mosè e che Gesù donerà di nuovo nel Pane Eucaristico: i brani che leggeremo in queste domeniche sono una grande catechesi per comprenderne quel compimento di cui il cibo nel deserto era solo profezia.

“Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.”

Il segno è riconosciuto, ma non il suo reale contenuto, per questo Gesù metterà in atto una strategia perché il popolo inizi un cammino di ricerca e di approfondimento che ascolteremo anche noi, insieme, nelle prossime domeniche

 

Che si dice di questo pane nei brani odierni?

 

E’ un pane donato che il profeta Eliseo e Gesù stesso, ridaranno alla gente convenuta e che cerca una risposta alle loro attese, centuplicato:  “Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.” (libro dei re)    “E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato” (Vangelo)

Dio vuole sempre la collaborazione umana, senza la libertà dell’uomo non può fare nulla: Là dove c’è una risposta, anche piccola, Egli accoglie e restituisce in un modo sorprendente. E’ questo il vero passaggio da compiere e da comprendere, non facile. Non facile perché il popolo si ferma agli istinti primari: mi ha soddisfatto la fame quella materiale, grande personaggio  bisogna farlo Re! Dimenticandosi che Egli è venuto perché “tutto l’uomo” sia sfamato, anche  e soprattutto la fame esistenziale: il perché della vita. Ecco allora Gesù sfuggire a questo basso tentativo dell’uomo: incoronare chi  risolve il problema del mangiare e del bere, dello star bene fisico.

 

Un pane che sfama, che premia chi ha lasciato tutto per seguire Gesù!, o per seguire il profeta: “e furono saziati”(Vangelo), “Ne mangeranno e ne faranno avanzare”» (libro dei re). Sembra banale sottolinearlo: ma è fondamentale: Chi segue Gesù a differenza di tanti maestri di questo mondo, trova le risposte che appagano il cuore: quest’ultima provocazione aprirà all’ attenzione verso quanto seguirà …  Un pane semplicemente “materiale” sfama momentaneamente, ma la fame del cuore umano è infinita …. Questo pane dovrà avere allora caratteristiche capaci di soddisfarla.

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