SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO
Anno B – Solennità
LETTURE: Es 24, 3-8; Sal 115; Eb 9, 11-15; Mc 14, 12-16. 22-26
Celebriamo oggi i segni della Nuova ed eterna alleanza, che porta a compimento quella stipulata sul Sinai con il popolo Ebraico.
Che Dio faccia Alleanza con l’uomo che lo ha tradito è grande motivo di stupore e gratitudine, ma che questa sia fatta nel dono del Suo Unico Figlio e che questo continui nel tempo, lascia senza parole.
L’uomo entra in rapporto con gli altri uomini attraverso il linguaggio dei segni, anche Dio, che ha scelto il metodo dell’incarnazione fa altrettanto. Si tratta di comprenderli, di leggerli e più uno li conosce e più li sperimenta, più ne comprende il dono che essi offrono. Ignorare il contenuto di un segno porta a non comprendere, a non accogliere nella sua domanda o nella sua offerta chi ci sta davanti: pensiamo ai vari linguaggi e alle varie espressioni di culture a noi non conosciute, quando ci si presentano restano pur meravigliandoci, estranee al nostro vissuto, non ci comunicano niente … !
La prima provocazione di questa festa, che non vuol sostituire ciò che già celebriamo il Giovedì Santo, sta proprio qui: capire i segni con cui Dio si fa vicino a ciascuno di noi e a tutta l’umanità.
La storia ci consegna dei gesti forti con cui Dio ci risveglia dal nostro torpore: i grandi miracoli Eucaristici. (il Beato Carlo Acutis, innamorato dell’Eucaristia ne ha fatto una mostra itinerante). L’uomo cerca di risvegliarsi “inventando” modi per rimettere in risalto tali segni, riaccoglierli, viverli meglio …. La festa del Corpus Domini nasce proprio in seguito ad uno di questi miracoli, (Urbano IV, nel 1264) quello di Bolsena e in seguito a delle rivelazioni mistiche di Santa Giuliana da Liegi. (1191 – 1258)
Tabernacolo nelle chiese, “Vedere l’ostia”, la visita al SS Sacramento, l’Adorazione Eucaristica, le Quarant’ore, le processioni, i grandi congressi Eucaristici, la pietà popolare dei nove primi venerdì del mese, sono alcuni degli strumenti nati come risposta e come aiuto alla nostra dimenticanza, alla nostra abitudine davanti “alla meraviglia delle meraviglie di Dio”. L’inginocchiarsi davanti al SS Sacramento, la Comunione sulle labbra, il digiuno Eucaristico, tutti segni maturati nel tempo per non banalizzare tale dono.
Oggi sembra che molti di questi gesti non abbiano più quel valore per cui sono nati. Risultato: L’Eucaristia è ancora “il grande Sacramento, motore della vita cristiana? Le nostre chiese, certo, hanno ancora il Tabernacolo, ma spesso ignorato dai più, si continua ad innalzare l’Ostia durante la Messa … ma per chi? L’adorazione, la visita quotidiana al SS Sacramento solo per pochi eletti, si entra in chiesa, si fa il giro delle statue e si ignora il Tabernacolo … Il silenzio che dovrebbe richiamare e aiutare a sorprendersi per una “Presenza” non è più di casa nelle nostre chiese …. Il modo di ricevere la comunione sulla mano, voluta per valorizzare il fedele “come adulto” spesso uno scempio …. Comunioni sempre più ricevute senza la più piccola preparazione … quasi come un diritto per chi viene alla Messa, magari saltuariamente.
Certo, anche il nostro tempo ha voluto “rinnovarsi” per ridare profondo contenuto “ai segni Eucaristici”, La riforma liturgica ancora in atto è questo tentativo. Essa sarà veramente capace di rimettere l’Eucaristia al centro nella misura in cui non dimentica il cammino della tradizione e lo pone a fondamento di ulteriori passi senza censurare nulla di quanto ha fatto grande il popolo Cristiano, nel tempo, nell’accogliere e vivere, questo “grande Sacramento”