OMELIA III DOMENICA DI QUARESIMA

Anno A

(Domenica della Samaritana)   LETTURE: Es 17,3-7; Sal 94; Rm 5,1-2,5-8; Gv 4,5-42

 

Un Vangelo tra i più belli: racconta di un vero incontro, l’unica esperienza che rende possibile un cammino insieme, che fa esplodere la consapevolezza di un bisogno e che ne fa riconoscere la reale risposta.

 

E’ un’altra domenica di riscoperta del nostro Battesimo nel segno dell’acqua. Chi di noi, come il popolo d’Israele nel deserto,  non ha provato il forte  bisogno di bere in situazioni in cui l’acqua era fisicamente lontana dalle proprie possibilità? Chi di noi non ha gustato la gioia e la soddisfazione del momento in cui, trovata quest’acqua ha potuto dissetarsi?

Ecco, questa dovrebbe essere l’esperienza di chi, innamorato della vita e desideroso di dare un senso grande alle proprie attese, incontrando Cristo trova in Lui la vera corrispondenza. Un esempio per tutti, il grande Sant’Agostino che nelle sue “confessioni “ esprime la gioia per ciò che finalmente, dopo tante esperienza negative, da pienezza alla vita : “Ci hai fatti per Te, Signore, e il nostro cuore non ha pace finché non riposa in Te”. “Tu sei l’acqua, noi la sete”

 

La Samaritana potrà finalmente comprendere chi può essere Cristo per la sua vita solo quando in lei è maturata la coscienza del bisogno: “Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito;». Hai cercato la felicità in tante esperienze e non l’hai mai raggiunta e neppure ora sei in pace …  Non è facile amarsi sino al punto di saper scoprire le esigenze vere del nostro cuore e i continui fallimenti delle possibili risposte …  è più facile tergiversare, appellarsi ai discorsi di convenienza, e qui la samaritana insegna … ma “amata” da chi gli sta davanti crolla e riconosce.

 

La fede che ha il suo suggello nel Sacramento del battesimo presuppone la consapevolezza di un bisogno, come la sete in un deserto in cui  l’acqua è lontana …   (prima lettura della Messa odierna) senza questa condizione Cristo rimane un nome, un profeta, un grande uomo ma niente di più, che alla fine non ha nulla da comunicarci, come ogni cosa bella ma che rimane lontana dall’esperienza del quotidiano. E’ il grande male dell’uomo moderno, una sete narcotizzata nell’acqua del  rumore e della distrazione dei cinque mariti!

 

Ecco la quaresima: un tempo di silenzio, un tempo di ascolto del nostro cuore, un tempo per un giudizio, un tempo per una verifica.

 

La grande difficoltà che ogni comunità cristiana incontra nel cammino di catechesi per introdurre i nostri ragazzi nei Sacramenti della iniziazione cristiana soffre di questo “prima”. Tutti i tentativi fatti per aggiornare catechismi e metodi, pur lodevoli, rischiano di dimenticarne il presupposto. La fede è una risposta, ma come ricorda la saggezza popolare: “se non esiste la domanda, qualsiasi risposta, anche la più intelligente, non interessa”. Se la domanda è debole, le risposte saranno deboli, ma alla fine incapaci di soddisfare la sete d’infinito che ci si porta dentro

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