OMELIA XXXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C   LETTURE: Ml 3, 19-20; Sal 97; 2 Ts 3, 7-12; Lc 21, 5-19

 

Stiamo camminando verso la fine dell’anno liturgico,  è stato un cammino verso quel destino buono per cui siamo fatti, ed è naturale che la Chiesa ci parli appunto, oggi, delle ultime cose, da non intendersi secondo uno schema cronologico, ma teologico.

 

Il linguaggio di Gesù, in questa circostanza, non ci è familiare, usa modi di esprimersi che sono del tempo, ma per affermare una cosa che spesso dimentichiamo, tutto va verso un  giudizio e un compimento. Tutto ciò che ci è stato dato come cosa buona per arrivarci,  sembra eclissarsi e apparentemente il male che trapassa l’intera umanità sembra prevalere. Prevale da una parte come  “il buon senso” del mondo :  “Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”.”, ma dall’altra nell’ accentuarsi  degli odi e delle divisioni. Prevale  pure quel disordine che mette in discussione le leggi del creato, cercando di far tacere la “buona dottrina” e chi l’annuncia. Dentro una simile perversione il Cristiano non è chiamato a ritirarsi in buon ordine; nonostante la persecuzione,  il suo compito di testimonianza diventa ancora più urgente. L’obbedienza a questo mandato è sostenuto addirittura dallo Spirito Santo in modo che appaia chiara la menzogna. In mezzo a queste grandi contraddizioni, la vita di chi si affida a Dio resta salva.

 

Queste affermazioni avrebbero bisogno di essere lette dentro le circostanze concrete di oggi, con  una capacità di giudizio che solo una coscienza continuamente formata alla scuola di Cristo è in grado di dare.

 

Da quando Cristo è entrato nel mondo questi “tempi ultimi” (termine non cronologico, ma teologico) sono sempre più segnati dalla persecuzione dei cristiani,, e, mentre il mondo si riempie la bocca di grandi discorsi di Fraternità, libertà ed eguaglianza, storpiandone i contenuti e mettendoli di volta in volta al servizio dell’ideologia corrente, le guerre e le divisioni continuano e prolificano a cominciare dai rapporti  più familiari.

 

Ma questo quadro catastrofico sarà il vincitore?

 

Gesù ci ricorda che il Mistero del male è necessario per mettere in gioco la nostra libertà: “prima devono avvenire queste cose,”,  ma esse non potranno essere l’ultima parola: “Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia” (Malachia), “ Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita” (Gesù).

Cristo è venuto per sconfiggere il male è Lui è il Signore della storia: Con Lui, sarà pure vincitore chi avrà il coraggio di riconoscerlo e seguirlo.

 

I momenti più drammatici della storia hanno visto sempre il sorgere di “esperienze” nuove che, come il lievito, sono entrate nel tessuto della società e l’hanno pian piano resa più umana, più Cristiana. (il monachesimo, gli ordini mendicanti, i grandi santi della Carità, i grandi movimenti che lo Spirito ha suscitato e suscita …)

 

Anche l’oggi, come ieri, il male che sembra prevalere attende la grande testimonianza Cristiana che con opere e giudizi culturali sempre più capaci di attingere al Vangelo e al magistero, testimonino la vittoria di Cristo. Anche oggi, questa vittoria è già presente, perché per grazia, tanti cristiani ne sentono l’urgenza e ne vivono il compito. Per riconoscere basta avere il cuore del Bambino e un amore grande alla vita che non si fa plagiare da nessuno.

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