OMELIA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

BATTESIMO DEL SIGNORE 

Anno C – Festa

LETTURE: Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22

Una festa che completa e approfondisce  quanto celebrato domenica scorsa: Oggi è l Il Padre che manifesta, fa conoscere quel Bambino che abbiamo adorato nel presepe e che ora, uomo, ha cominciato a camminare sulle strade del mondo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».  Nel dono dello Spirito, tutta la Trinità, potremmo dire, si coinvolge nell’opera di Salvezza da Lui iniziata.

Con Isaia ritornano le espressioni già ascoltate in avvento, allora come profezia, ora come realizzate: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

Con Paolo si precisa questo piano di Salvezza presente ora nella Chiesa e accolto dal fedele attraverso i Sacramenti e la vita di tutta la comunità: “Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore no­stro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua mise­ricordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spi­rito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,”

Il Vangelo, ci ricorda il metodo con cui questo “Figlio” del Padre, porta la Salvezza: Prendere su di sé quel desiderio di salvezza, quel male, quel peccato, riconosciuto dal popolo con il Battesimo di penitenza nel Giordano. Donerà la sua vita nel mistero della Pasqua e effondendo lo Spirito Santo e ci farà creature nuove:  “ Egli vi Battezzerà in Spirito Santo e fuoco”

Il Battesimo di Gesù non è certo la stessa cosa del Battesimo che abbiamo ricevuto noi, ma esso inaugura un tempo, la Chiesa,  in cui la salvezza ci raggiunge attraverso Il Battesimo in Spirito Santo e fuoco, dicevamo riprendendo San Paolo, attraverso i Sacramenti.

Sappiamo che i Sacramenti sono sette e entrano nella vita del Cristiano accompagnandolo nelle tappe della sua esistenza perché ogni ambito della sua esperienza, nel tempo e nello spazio, sia “salvato”. Sono L’emergere di un lavoro che desidera questa Salvezza, la accoglie e la vive nel quotidiano. I Sacramenti non sono gesti “isolati” dal contesto di tutto il resto della vita. Chiedono di essere il frutto di un cammino che attende, e di una esperienza che per grazia arriva al suo compimento. Ancora S. Paolo: “ Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli ap­partenga, pieno di zelo per le opere buone”.

Si aprirebbe qui un grande discorso sul come chiediamo o riceviamo i Sacramenti. Discorso che lasciamo alla responsabilità di ciascuno. Una responsabilità che si misura certamente non sulla convenienza sociale o sul sentimento alimentato da una certa religiosità tradizionalista, ma sulla consapevolezza che senza di Lui tutto è vano, con Lui , al contrario, tutto coopera al bene proprio e del mondo intero, in quanto “Cristificati” da questi segni, da questa vita che nasce da questi segni,  diventiamo nel mondo Cristo, qui, ora.

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