OMELIA XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

  Anno B

LETTURE: Is 53,2a.3a.10-11; Sal 32; Eb 4.14-16; Mc 10,35-45

Giornata mondiale Missionaria

C’è un desiderio buono nella domanda dei due discepoli, «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Questa espressione attinge all’usanza romana di far sedere a fianco dell’Imperatore i vincitori della campagna militare appena terminata e associarli al suo stesso potere.  Concedici, potremmo tradurlo così per noi, di portare a realizzazione la nostra vita e di essere associati anche noi a quella “gloria” che il Padre ti concederà. Come vediamo è un desiderio buono che Gesù non disprezza, a differenza degli amici apostoli che, al contrario, vedono in questa espressione, l’idea associata alla gloria, alla potenza che gli uomini cercano come realizzazione di sè e, giustamente, si “indignarono”.

Gesù dunque valorizza la domanda ma la precisa. Quella Gloria che voi chiedete sarà frutto si, di una potenza, quella dell’amore che Io porterò a compimento nel mistero della croce:  «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?».

Una grandezza, una realizzazione piena di sé, che, prendendo spunto dall’accaduto, Gesù spiegherà meglio ai suoi discepoli con queste parole: “Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande, tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo, tra voi sarà schiavo di tutti”

Una “Gloria”, una grandezza, una realizzazione che Egli per primo vorrà testimoniare: “Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”

Oggi giornata mondiale missionaria, giornata che vuole richiamare tutti noi, alla vocazione battesimale: scelti per la Missione, scelti per “servire” il mondo. Giornata che ridice con forza dove sta la nostra grandezza di Cristiani. Grandezza che i nostri missionari: sacerdoti, religiosi, laici, famiglie … di tutti i tempi, hanno saputo riconoscere,  abbracciandone la strada. Strada segnata sempre dal martirio, (dimenticanza di sé, e testimonianza di Cristo, nell’amore a Lui e al prossimo) spesso anche martirio di sangue. Loro come Cristo sulle Croci, preparate da poteri egocentrici,  anch’essi testimoniando l’amore del Padre per ogni uomo: strada feconda per sé stessi, per la chiesa, per il mondo. Strada che nessun uomo onesto osa criticare, ma solo guardare con stupore e riconoscenza.

E di questa grandezza non possiamo farne a meno se vogliamo che il mondo viva. Lo richiama in modo realistico la prima lettura: “Il Giusto, quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza,… il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità”

Offrire oggi la nostra preghiera e il nostro contributo economico significativo, non può limitarsi ad un gesto di generosità, ma deve diventare invito a paragonarsi,  a lasciarsi coinvolgere, a cercare anche noi la vera grandezza.

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