OMELIA XXX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO   

Anno B
LETTURE: Ger 31,7-9; Sal 125; Eb 5,1-6; Mc 10,46-52

 

Nel giorni in cui la Chiesa proclama “Beata” un giovane ragazza della nostra terra, Sandra Sabbatini, nata a Riccione  il 19, Agosto 1961, morta in un incidente stradale il 2, Maggio 1984, abbiamo la fortuna di leggere una pagina evangelica stupenda, quella del cieco Bartimeo: egli, come Sandra, riconoscendo in Gesù  l’unico che può dare consistenza alla sua vita, grida a Lui il suo bisogno, ne sperimenta il cambiamento sino a decidere di seguirlo sulla strada, che è la strada verso Gerusalemme, che è la strada della croce. La strada del dono totale di sé sino alla morte.

 

Gli amici di Bartimeo in questo episodio fanno una pessima figura: davanti al grido che esprime il suo grande bisogno, tentano di farlo tacere …  Sarà per convenienza, sarà per rispetto umano … appellarsi a quel Rabbì e così sfacciatamente non era certo conveniente per le autorità di allora! Ma per Bartimeo il bisogno è grande che nessun potere lo può zittire e Gesù opera il miracolo. “Va’, la tua fede ti ha salvato”.

 

Se dovessimo leggere la storia dei nostri Santi, tutti, e Sandra non fa eccezione, il grido di autenticità che il cuore dell’uomo si porta dentro, trova certo una risposta in Cristo, ma in un Cristo sperimentato e accolto dentro una storia di amici.

 

Sandra ci viene proposta oggi come modello di vita, è diventata tale perché ha avuto la fortuna di avere genitori veramente credenti, un luogo sin da adolescente dove crescere, la comunità Giovanni XXIII, una guida santa Don Oreste Benzi, un fidanzato con cui condividere il grande desiderio di un vero amore, insieme donarsi agli altri, soprattutto coloro che si trovano in difficoltà. A 14 anni dopo una vacanza con persone portatrici di handicap dirà alla mamma:” Ci siamo spezzati le ossa, ma quella è gente che io non abbandonerò mai!”.

Il desiderio di una vocazione al matrimonio, è un incontro cercato per costruire insieme al fidanzato un luogo dove, respirando sino in fondo l’Amore di Dio, lo si potesse donare insieme al mondo.  Don Benzi non avrà paura di indicare Sandra come modello per i fidanzati. Diceva dopo “gli sposi santi”, dopo “i genitori santi”, dopo “gli amici santi”, la chiesa oggi ha bisogno di “una fidanzata santa”

 

Oggi i nostri giovani sono spesso soli, privi di modelli di vita e spesso incoraggiati dagli stessi genitori a costruirsi un futuro secondo la logica del mondo, vivono ricurvi su sé stessi, dove la ricerca dell’unica possibile compagnia, il ragazzo o la ragazza è per riempire quel vuoto che si portano appresso, spesso con una affettività morbosa e non certo capace di sostenere il grido che nasce dal loro cuore, quando non per soffocarlo, perché nella cultura di oggi non è di modo non è conveniente. I risultati purtroppo sono davanti a tutti.

 

Bartimeo accolto nel suo grido ora vede, e può andare incontro come Gesù al mistero della morte: “E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada. “, dicevamo sopra la strada verso Gerusalemme, verso il Calvario, verso la croce …

 

I santi, abbracciati da Cristo, e proprio perché tali non hanno paura della morte, sanno a chi si sono donati: scriveva Sandra quasi profeticamente a due giorni dall’incidente che la porterà alla morte:: ”Non è mia questa vita che sta evolvendosi ritmata da un regolare respiro che non è mio, allietata da una serena giornata che non è mia. Non c’è nulla in questo mondo che sia tuo, Sandra, renditene conto! E’ tutto un dono, su cui il Donatore può intervenire quando e come vuole: Abbi cura del regalo fattoti, rendilo più bello e pieno per quando sarà l’ora”.

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