OMELIA III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno B

LETTURE: Gio 3,1-5.10; Sal 24; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20

Cristo entrando nella storia inaugura un tempo nuovo: come i discepoli del Vangelo di domenica scorsa, l’incontro con Lui cambia la vita.

Marco nel Vangelo di oggi sintetizza tutto questo con una frase: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Il tempo è compiuto: Tutto ciò che Dio aveva da dirci e da offrirci è finito, con Gesù tutto è stato detto e tutto è stato fatto, ora bisogna mettere in pratica il messaggio e la testimonianza che ci ha lasciato, convertendoci e affidandoci totalmente a Lui la Buona notizia del Padre (Vangelo).

San Paolo ai Corinzi, nel brano odierno è ancora più esplicito: “Questo vi dico, fratelli: il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente: passa infatti la figura di questo mondo! “

Non attaccatevi ai rapporti, possedendo le persone, anche a quelle più intime, non alle cose, vivendole come fossero un fine e non un mezzo per giungere al fine, al compimento della vita.  La chiesa a sempre chiamato questa esperienza Verginità, e molti dei suoi membri l’hanno scelta come stato di vita e molte famiglie come modo nuovo di guardarsi, di sostenersi, di educarsi, dove l’amore sponsale esalta l’altra persona sino al dono totale di sé.

La prima lettura è un esempio concreto di disponibilità, il tempo è dato per mettere in atto la conversione e non per altro e sperimentare la relativa  misericordia. Là dove questo lavoro non si realizza c’è la distruzione di sé, e della realtà che ci circonda. Forse non abbiamo mai riflettuto abbastanza davanti ai vari drammi della vita, personali e sociali fino a quelli mondiali: Il male del mondo ha un’unica origine, la durezza del nostro cuore davanti ai doni dell’amore di Dio, primo fra tutti, il Suo Figlio Gesù.  Il male del mondo è lì come provocazione personale a ricordarci che solo seguendo Cristo, il Regno di Dio è vicino, è una esperienza possibile qui ed ora in attesa del suo compimento nella Gerusalemme celeste

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