OMELIA II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno B

LETTURE: 1 Sam 3,3b-10.19; Sal 39; 1 Cor 6,13c-15a.17-20; Gv 1,35-

Poche righe per ribadire il metodo cristiano. Benedetto XVI nell’enciclica “Deus Caritas est”, da una definizione chiara di fede, che rispecchia profondamente quanto ascoltato nella liturgia di questa domenica: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva

Così sarà per Samuele, una chiamata precisa che indirizzerà l’opera che già stava svolgendo nel tempio e lo farà il profeta che darà il via ad una nuova forma di vita nel popolo d’Israele, la monarchia.

Così per i discepoli nel brano odierno di san Giovanni. Non una decisione etica, non prima di tutto una decisione di essere bravi, ma un incontro che intuiscono essere per loro un inizio di vera felicità, il cambiamento se sarà necessario avverrà dopo, come spesso accade nell’esperienza dell’amore per identificarsi sempre di più all’altro che ti fa sentire realizzato.

Non solo un incontro che ti fa felice, ma una esperienza così significativa che non puoi tenere per te, coinvolge i vicini, i parenti sino ad arrivare al mondo intero e per essa essere disposti a dare la vita. (Vocazione)

Sarebbe interessante di questo brano far emerge i vari atteggiamenti psicologici e la dinamica che da essi scaturisce, perché dovrà essere la dinamica di ogni conversione Cristiana, da cui parte una reale sequela.

Un incontro: di cui se ne ricorda l’ora precisa, il luogo preciso, la dinamica precisa, così precisa da saperla rimetterla per iscritto a distanza di tempo con la consapevolezza che da tutto questo dipenderà la loro vita e sarà di un tutt’uno con la vocazione ricevuta: “Vieni e seguimi”, altro pilastro di questa precisa esperienza. Si segue infatti solo ciò che affascina.

Al termine di queste poche sottolineature, un piccolo esame di coscienza, potrebbe emerge con chiarezza lo spessore della nostra fede:

Sapremmo come gli evangelisti mettere in evidenza il luogo, i momenti, la dinamica di quell’incontro, naturalmente se c’è stato? Chi è sposato potrà trovarne un significativo esempio di tutto ciò, nel primo incontro che ha fatto scaturire il fidanzamento che poi ha portato al matrimonio.

Se questo incontro è accaduto come si è espresso l’invito “vieni e vedi”? La vocazione ricevuta l’abbiamo percepita come la realizzazione di questo invito fino a concepirsi totalmente a sua disposizione, con una realtà di vita con cui abbiamo detto a tutti la cosa bella che ci è accaduto e che realizza?All’infuori di queste dinamiche che sono profondamente umane e che si accadono sempre in un essere vivo, la nostra risposta diventa importante, ancora con Benedetto XVI, perchè “dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva”

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