OMELIA II DOMENICA DI AVVENTO

Anno B

LETTURE: Is 40,1-5.9-11; Sal 84; 2 Pt 3,8-14; Mc 1,1-8

Domenica scorsa abbiamo fatto il primo passo per impostare bene il lavoro dell’Avvento: alla domanda “Attendere, chi, attendere cosa,” abbiamo sottolineato di partire cercando di riconoscere chi siamo: siamo “Creature”, ma opera d’arte del Signore: “Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci plasma, tutti noi siamo opera delle tue mani.”

Oggi un altro passo: Ascoltare chi ci offre un grande ideale

“Parlate al cuore di Gerusalemme” grida Isaia. Il cuore dell’uomo, la sede delle grandi attese, il luogo in cui nasce il giudizio su ciò che corrisponde o no alla realizzazione di questa opera d’arte che il Signore ha plasmato. Che cosa è importante dire a questo cuore? Che cosa accogliere di questo annuncio: “Fa spazio, togli tutto ciò che impedisce di vedere la Gloria del Signore…!”

La gloria del Signore, diceva già agli inizi del Cristianesimo un grande Padre della Chiesa s. Ireneo, ”La gloria di Dio è l’uomo vivente”. Qual è la gioia più grande di un padre, vedere realizzato il proprio figlio.

La Gloria del Signore ha con sé “il premio e la ricompensa”. Per Israele è il momento favorevole del deserto, dell’intimità con Dio, del fidanzamento. Tornare a quel tempo e fare memoria dei suoi doni: l’uscita dalla schiavitù d’Egitto, l’alleanza e il dono della legge, il camminare “con te”.

Israele si era pervertito, distruggendo sé stesso, tutte le volte che dimenticava l’Essere che dava consistenza alla sua grandezza di popolo, scelto e amato dal Signore: «Fra tutte le tue nefandezze e infedeltà non ti ricordasti del tempo della tua giovinezza, quando eri nuda e ti dibattevi nel sangue!» solo la conversione (il fare ritorno a Lui), lo ristabilirà nella sua grandezza.

Che cosa dunque fare? Anche per noi è essenziale, “Ritornare nel deserto” e rimettersi in ascolta di chi ci parla al cuore, a cominciare da oggi:

San Paolo: “Siamo fatti per grandi cose, anticiparle qui oggi è l’inizio di ciò che un giorno sarà per sempre”; “Poiché dunque tutte queste cose devono dissolversi, quali non dovete essere voi, per santità di condotta e per pietà!“

Giovanni Battista: “Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”,

Gesù l’inviato del Padre, Colui che ci annuncia ancora una volta la Buona notizia: “Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.” Poche parole che introducono il Vangelo di Marco, che chiedono a tutti, con rinnovata forza, di mettersi in ascolto di Colui che è Il Cristo, il Figlio di Dio. C’è l’inizio di un grande dialogo, c’è la proposta di un grande annuncio che porta gioia, non è una proposta umana è la persona di Gesù, il Figlio di Dio, Se amate il vostro cuore non potete disattenderla.

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