OMELIA VII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno A

LETTURE: Lv 19,1-2.17-18; Sal 102; 1 Cor 3,16-23; Mt 5,38-48

“Da questa sapranno che siete miei discepoli, dall’amore che avrete gli uni per gli altri” Anche i brani di oggi continuano a sviluppare il tema di queste domeniche dopo l’Epifania: coinvolti con il compito che Gesù ha ricevuto dal Padre, ci riconosceranno tali dall’Amore, un Amore che arriva sino ad abbracciare i nemici.  

Esisteva già nell’Antico Testamento un comandamento come questo, lo abbiamo letto nel libro del Levitico, nel brano oggi proposto: «Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come te stesso. Io sono il Signore”». Dove sta allora la differenza? Mosè indica questo atteggiamento verso “il prossimo”, il vicino, l’appartenente allo stesso clan… Gesù lo indica, ma sopra tutto lo testimonia verso ogni uomo, nessuno escluso, e chiede di viverlo come Egli lo ha vissuto: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, cosi amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34).  

Non dobbiamo testimoniare la nostra bravura, l’esperienza ci dice che è impossibile all’uomo un amore come questo, ma ciò sarà il risultato di una profonda comunione con Cristo. Anch’Egli per primo, infatti, ci testimonia che quell’ l’esperienza che sostiene il Suo agire, è il rapporto con il Padre: «Come il Padre ha amato me, così anch’io ho amato voi» (Gv 15,9).  

Sarebbe interessante tradurre per noi questa Parola, “Amore”, in una società che ha distrutto questo termine riducendolo ad una esperienza troppo spesso sentimentale, per comprenderne tutto il significato e le relative conseguenze.  

Come il Padre ha amato Gesù? Tutta la Scrittura è concorde nell’affermare che questo rapporto si è espresso nel chiedere al Figlio un compito preciso: l’incarnazione, e Il Figlio ha risposto con l’obbedienza senza praticare sconti, sino alla morte e alla morte di Croce. Il Padre, per questo lo ha glorificato, lo ha premiato. Gesù nella preghiera, testimoniata dai Vangeli, è continuamente preoccupato di fare la volontà del Padre, Egli lo ascolta e gli è vicino perché porti a compimento l’opera affidatagli.  

Come Cristo ama noi, suoi discepoli, coinvolgendoci nella sua stessa missione, chiedendoci il coraggio di seguirlo sino alla croce, dandoci la gioia di una fecondità: Se facciamo fatica a scorgerlo in noi, guardiamo ai Santi.   Come Gesù ama tutti gli uomini, dando la vita perchè tutti conoscano il Padre, la vera felicità, il destino buono a cui siamo tutti in cammino: «E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro». (Gv 17, 26)

Come dunque amarci tra noi, quale il contenuto di questo amore, se non la passione reciproca, tradotta in tutti i rapporti, ma soprattutto in quelli educativi, perché chi fa felice la nostra vita, sia conosciuto, sia incontrato, sia amato, sia seguito…

Se ci fermassimo solo un attimo su queste parole capiremmo come spesso, sbagliando prospettiva, rischiamo di dare la vita per tutto, meno che per il vero Amore, quello che veramente rende grande l’uomo

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.