OMELIA DOMENICA DI PENTECOSTE

Anno C – Solennità

MESSA VESPERTINA  NELLA VIGILIA

LETTURE: Gn 11,1-9; Sal 32; Rm 8,22-27; Gv 7,37-39

MESSA DEL GIORNO

LETTURE: At 2, 1-11; Sal 103; Rm 8, 8-17; Gv 14, 15-16. 23-26

La Chiesa, nata dalla Croce e resurrezione di Cristo, oggi riceve il grande dono dello Spirito Santo. È la forza che la rende capace di convocare in unità la dispersione dei popoli, donando ad essi legge dell’Amore.

La Torre di Babele, la grande costruzione che vuole sfidare Dio per sostituirlo all’uomo, è crollata. L’uomo, voluto grande dallo stesso Dio, dimentica il suo essere creatura, per sostituirsi a Lui. Senza quel legame d’Amore che unisce Il Padre al figlio, la casa comune non regge, si auto distrugge.

Cristo viene e con il Suo Sacrificio fa dei due contendenti (il Giudeo e il Pagano) una “cosa nuova” e dona il Suo Spirito perché diventi segno per tutti, perché gli uomini vedano e aderendo trovino la salvezza, qui ora e per sempre.

Sono Parti, Medi, Elamiti…. E tutti “li udiamo parlare nelle loro lingue delle grandi opere di Dio”. Il linguaggio dell’amore infatti ha un unico suono, ha un unico lessico, ha un’unica grammatica.

Duemila anni da quel momento hanno creato pur dentro i limiti dell’uomo, “la grande civiltà dell’Amore”. Chi conosce la vera storia de popolo di Dio, da non confondersi con la storia che studiamo purtroppo nei nostri libri, può testimoniare questo.

E’ la storia dei grandi Santi canonizzati o non, che ha costruito i profondi legami tra gli uomini, sostenendoli attraverso una grande tradizione di opere fondate sul grande ideale cristiano. Tradizioni che continuano a vivere e oggi raggiungono anche noi.

Riscoprirle e riviverle nel loro profondo significato, quello che le hanno generate, vuol dire ributtarsi in quella sorgente di vita che ci fa gustare il continuo rinnovarsi che nasce dal sentirci uomini semplicemente perché amati, perché preziosi agli occhi del Signore.

In questa grande storia, in questa grande tradizione dell’Amore, un posto speciale l’ha Maria: lo stesso volto, la medesima maternità” offerta e riconosciuta ovunque nei vari titoli che il popolo cristiano le ha attribuito. Per noi, gente di Mare: Stella del Mare. Commuove riscoprire i segni con cui i nostri Marinai l’hanno riconosciuta presente accanto a sé, nel silenzio della bonaccia che accompagna i giorni e le notti passate in mare lontano dagli affetti familiari, per lavoro, ai momenti di burrasca e di tempesta in cui il proprio limite emerge più forte e reale.

In tutti questi momenti, “Respice stellam, voca Maria” e la bonaccia si riempie di tenerezza della certezza di essere amati, e la burrasca si acquieta, perché si è certi che una Madre non lascia mai soli i suoi figli.

Alla luce di tutto questo abbiamo vissuto momenti belli e significativi in questi giorni, con essi abbiamo voluto ridirci che nell’esperienza cristiana anche il lavoro duro del mare, può diventare “umano”. A chi ci accosta in questi giorni venendo qui a vivere tra noi un momento di riposo, diciamo, tra le tante cose belle che state assaporando, che sono meraviglia della creazione, e che riporterete con voi nel vostro ritorno alle cose consuete, non abbiate a dimenticare che questa bellezza è anche frutto di quella tradizione che ci ha resi e ci rende uomini amati, una tradizione che non può che dirsi cristiana.

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