OMELIA II DOMENICA DI AVVENTO  

Anno C 
LETTURE: Bar 5,1-9; Sal 125; Fil 1,4-6,8-11; Lc 3,1-6

“Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore”

 

In mezzo al marasma della vita di ogni giorno (vedi liturgia della prima domenica d’avvento) c’è un annuncio di speranza: “Alzate il capo, la vostra liberazione è vicina” Questa affermazione non è un modo di dire, è un fatto storico, ha una data precisa, un luogo preciso… “Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesa­re, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea …” ecco un annuncio strepitoso: Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto grida. fate spazio nella vostra vita a quanto sta accadendo… e se questo si realizzerà “Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!”

 

E’ significativo come il Profeta Baruc descriva questa salvezza: non un fatto intimistico, ma una città che devastata per il peccato commesso, ritorna ad essere grande, con tutto il suo splendore “Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre…. perché Dio mostrerà il tuo splendore a ogni creatura sotto il cielo.”

 

La salvezza è un fatto, un avvenimento che abbraccia tutto e tutti, niente ne è escluso, offerto alla libertà di ogni essere, capace di ridare  nuova consistenza non solo alla persona: “vedi i tuoi figli riuniti,  … Si sono allontanati da te a piedi, incalzati dai nemici; ora Dio te li riconduce in trionfo come sopra un trono regale”, ma anche a tutta la creazione perché serva veramente alla grandezza ritrovata dell’uomo: “Poiché Dio ha deciso di spianare ogni alta montagna e le rupi perenni, di colmare le valli livellando il terreno.” Stupendo il salmo 125 che descrive poeticamente quanto sopra: “Grandi cose ha fatto il Signore per noi…. Ristabilisci, Signore, la nostra sorte, come i torrenti del Negheb …”

San Paolo nella sua grande paternità ci invita a non ridurre questa attesa, e non solo ad accoglierla: “State integri e irreprensibili per il giorno di Cristo.”, ma a lasciarla operare in noi in tutta la sua forza di cambiamento: “Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù.” Come?  La vostra carità cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento, perché possiate distinguere ciò che è meglio …”

Ecco allora il lavoro d’avvento che continua: dare un giudizio alla realtà, accorgersi di ciò che vale e di ciò che non regge in riferimento a quelle domande fondamentali della vita, di cui parlavamo ancora domenica scorsa (educare la domanda, educare alla vera attesa di ciò che il cuore desidera…). Ma, non solo un giudizio ma anche la ricerca di luoghi dove l’albore di questa salvezza comincia ad esprimersi e a dare i suoi frutti per confermare così la nostra fede nel Dio che porta a compimento le sue promesse. La frase di Isaia con cui terminavamo la riflessione di domenica scorsa: “Ecco, Faccio una cosa nuova, proprio ora germoglia, non vene accorgete?” necessita di una verifica. Chi ama la vita non può non cercare, perché è solo nell’incontro con un pezzo di realtà già salvata, e non in un semplice discorso, che si vive la certezza che quanto promesso è reale.

 

 

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