OMELIA I DOMENICA DI QUARESIMA

I DOMENICA DI QUARESIMA – A

(Domenica della Tentazione)

LETTURE: Gn 2, 7-9; 3, 1-7; Sal 50; Rm 5, 12-19; Mt 4, 1-11

Un tempo di grazia e di riscoperta del nostro Battesimo per renderlo sempre più una esperienza adulta capace di inserirsi nel progetto di Dio che ci chiama attraverso la vocazione a costruire il suo regno, qui, ora, come anticipo e inizio di quello eterno.

 

Prima di essere immersi nel fonte battesimale ci è stato chiesto di rinunciare a qualcosa e di mettere la nostra fiducia e speranza in Altro. Noi, attraverso la maternità della Chiesa, rappresentata dai nostri genitori, Padrini e Madrine abbiamo dato il nostro assenso. Il seme gettato nel terreno della fede dei nostri cari, ha cominciato a germogliare, a crescere a diventare a sua volta fecondo. In questi passaggi è stata fondamentale la nostra libertà nell’aderire e nel verificare. Più diventiamo grandi, questo aderire e questo verificare, come ogni gesto umano,  necessita di quel naturale sviluppo e di quella naturale maturazione che accompagna ogni crescita. Non esiste una scelta e un giudizio “per sempre”, esiste una opzione fondamentale che chiede di essere rigiocata ogni istante nel particolare della vita. E’ questo particolare che verifica l’amore a ciò che ci muove, a ciò a cui vorremmo tendere.

E’ solo l’esperienza che testimonia la nostra scelta, non la nostre affermazione, anche se sincera.

 

La quaresima è un tempo pedagogico, sostenuto dalla grazia Sacramentale del Signore per compiere in maniera esplicita, consapevole il lavoro di cui sopra: educare la libertà ad un giudizio, educare la libertà a scelte sempre più adulte, cioè capaci di farci vivere in pienezza il  Battesimo e di verificarne la convenienza.

 

Ecco le parole di questo lavoro: Ascolto, Preghiera, digiuno …  e se il procedere sarà sistematico, come del resto deve essere ogni lavoro serio,  il frutto sarà la carità.

Questi primi giorni chiedono il coraggio di “una regola” che corregga i nostri stati d’animo, che ci sostenga davanti alle distrazioni del correre quotidiano, che ci imponga la serietà di un cammino.

 

Ascolto: Certo la Parola di Dio, di ogni domenica, di ogni giorno … sostenuta da qualche lettura intelligente: la vita dei santi è sempre una testimonianza concreta che afferma la fecondità di questa Parola e la convenienza (giudizio) nel giocarla nel quotidiano.  I nostri Vescovi in questi giorni di “quarantena forzata” ci stanno aiutando ad ascoltare la realtà “come Parola di Dio”.  Un momento negativo che può trasformarsi in una “grazia” per un uomo che si scopre di essere debole e mendicante.

 

Preghiera:  Il giudizio affidato alle nostre povere mani rischia di rimanere sterile, e chi è appassionato alla vita non può permettersi di arrendersi … e allora bisogna chiedere ad Uno più grande: “O Dio vieni a Salvarmi …” “O Dio abbi pietà di me peccatore …”   La liturgia è la preghiera più alta.

 

Digiuno: ciò che indica la chiesa aiuta la nostra istintività a scegliere guardando al fine per cui si compie un gesto, dal magiare, al lavorare, al divertirsi perché la vita possa crescere secondo quell’ascolto che abbiamo inteso e giudicato conveniente

 

Al fine il frutto sarà la Carità, non come elemosina, ma come vita che ci sorprenderà, perché ci accorgeremo di essere diventati più umani, verso noi stessi, verso il prossimo e perché no, anche verso Dio. La vita non in funzione al mio tornaconto personale, ma la vita perché nella fecondità, tutto cresca in me e attorno a me.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.