OMELIA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA

BATTESIMO DEL SIGNORE 

Anno A – Festa

LETTURE: Is 42,1-4.6-7; Sal 28; At 10,34-38; Mt 3,13-17

 

Con questa celebrazione termina il tempo del Natale: Gesù, riconosciuto dai semplici come il Messia atteso, dai Magi come il Salvatore dell’uomo, oggi è presentato al mondo come:  « il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

 

La Trinità SS, nella voce del Padre, lo Spirito, nel segno della Colomba e il Figlio nelle acque del Giordano, inaugura i tempi nuovi:  Dio ritorna a parlare con quell’uomo con cui aveva interrotto il rapporto d’intimità diretto nel paradiso terrestre, dopo il peccato.

 

Davanti al popolo d’Israele, convocato da Giovanni, l’ultimo dei profeti, sul fiume Giordano, Dio testimonia di aver portato a compimento le sue promesse e  Luca, negli Atti degli Apostoli spiega così questo gesto. “Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui»

 

Iniziano i tempi nuovi, Dio ritorna a Parlare con noi, e questa Parola incomincia a passare in mezzo, a noi beneficando e risanando tutti.

 

Il profeta Isaia ci ricorda e ci indica il metodo con cui questo passaggio si realizzerà:  Una presenza carica di misericordia e di pazienza per ristabilire ciò che è “giusto” secondo il piano di Dio cosi che  “tu,  mio servo che io sostengo, mio eletto di cui mi compiaccio ….  apra gli occhi ai ciechi  e faccia uscire dal carcere i prigionieri,  dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre»

 

Ritorna il discorso caro al Natale: “Luce, tenebre, coloro che da queste tenebre sono imprigionati”,  per loro è brillata una stella, è indicato un cammino, è offerta una compagnia.

Gesù immergendosi nel Giordano assume tutta quella domanda di conversione che il popolo lì vi riconosce per condividerla e portarla a compimento nel mistero della Pasqua.

 

Si chiude il tempo del Natale e inizia il tempo della Pasqua, così come ci è stato annunziato nel giorno dell’Epifania. Il Battesimo che noi  abbiamo un giorno ricevuto ci ha immerso in questa dinamica e chiede ancora una volta di essere riscoperto. Il tempo privilegiato della Quaresima sarà un’occasione opportuna, ma già sin d’ora  nasce spontaneo l’urgenza di fermarsi per riscoprire la grandezza di quanto ci è accaduto e di vivere lo stupore di essere stati chiamati a far parte di un grande progetto che è per noi ma anche per il mondo intero.

 

La meraviglia, lo stupore portano alla gratitudine., da qui una maggior consapevolezza per ciò che siamo e per ciò che ci è accaduto. Fermarsi e uscire dalla logica del Natale che il mondo ci ha costruito attorno, ci fa bene e ci pone sulla strada di quell’Amore che Dio ha riservato per ciascuno di noi perché possiamo essere uomini veri, sino in fondo.

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