OMELIA XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C   LETTURE: 2 Re 5, 14-17; Sal 97; 2 Tm 2, 8-13; Lc 17, 11-19

 

Il grazie più grande e più significativo che possiamo innalzare a Dio per un dono ricevuto, per qualsiasi dono ricevuto, è una fede resa sempre più adulta

  • “Allora Naamàn disse: « sia permesso almeno al tuo servo di caricare qui tanta terra quanta ne porta una coppia di muli, perché il tuo servo non intende compiere più un olocausto o un sacrificio ad altri dèi, ma solo al Signore»
  • “Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo …. E Gesù gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

Del resto è così nell’esperienza umana, la fiducia in una persona nasce e cresce nella misura in cui si scopre la sua positività nella nostra vita.

La fede è una esperienza, non una idea su Dio, non una affermazione che Dio c’è, che nasce e cresce solo da un Incontro, che segna la nostra vita e la cambia per sempre, (definizione di “Incontro”: un fatto concreto, non pensieri, umanamente interessante, conveniente all’uomo, rispettoso della sua ragione)  . Senza questa concretezza, non esiste fede cristiana.

Nella liturgia di oggi ci sono due fatti, non un discorso su Dio, che hanno cambiato in meglio la vita di chi ne è stato beneficato. La virtù della gratitudine lo ha reso più consapevole nei confronti del benefattore. (ragione)

Chi non ha ritenuto di ritornare a ringraziare ha “rattrappito” quel gesto, lo ha ridotto a semplice generosità ricevuta “da chi è in dovere di fare del bene” (la pretesa del “dovuto”da chi nella società a certi ruoli … ! Stato, chiesa, famiglia …) da “consumarsi” nel proprio intimo, incapace pertanto di generare un rapporto, che, al contrario, avrebbe fatto esplodere ancora di più il dono ricevuto.

 

Se queste affermazioni sono vere va da sé che la nostra fede nasce e cresce solo davanti a dei fatti sperimentati a cui sappiamo dare un giudizio e dal quale emerge quella consapevolezza che rimette continuamente in movimento verso chi viene riconosciuto come l’autore di questi fatti. (Gesù Cristo) Si instaura così un rapporto di stima e di riconoscenza. Si cresce nella consapevolezza verso Colui che è l’autore, di questi fatti.

 

IL Grazie più grande del Cristiano è L’eucaristia, celebrata e vissuta nel giorno del Signore risorto. Essa è la continua immersione nel gesto che per eccellenza ci ha “cambiati”, origine e fonte di tutti gli altri gesti, che oggi, qui ed ora, continuano il nostro cambiamento: la morte e la resurrezione di Cristo.

 

Anche oggi, allora, anche noi con tutta la chiesa, , non possiamo che  leggere il bellissimo passo di San Paolo al discepolo Timoteo con una gratitudine ancora più consapevole: “Figlio mio, ricòrdati … “ e, in questa memoria grata, uscire da questa assemblea per continuare a scoprire e a vivere i frutti  di questa resurrezione senza paura di dare la vita per Cristo, come Paolo, perché è da Lui che per  me è cambiato tutto.

 

La riscoperta dell’atteggiamento Missionario, chiesto su invito di Papa Francesco, in questo mese di ottobre è la dilatazione di questa “gioia” che ci è accaduta e che continua ad accaderci perché abbiamo incontrato e continuiamo ad incontrare Cristo risorto che fa della nostra vita “una creazione nuova” , come era per l’antico, la guarigione dalla lebbra.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

I commenti sono chiusi.