OMELIA XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C

LETTURE: Gn 18, 20-21. 23-32; Sal 137; Col 2, 12-14; Lc 11, 1-13

 

«Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Questa affermazione è fondamentale per entrare nello Spirito della orazione “Cristiana”.

I discepoli “pregavano” come ogni buon Israelita, ma si erano accorti che la Preghiera di Gesù al Padre era diversa, era un gesto che c’entrava con la Sua vita e con tutta la Sua Missione di Figlio, e che dava vero compimento alle attese del Suo cuore, per cui chiedono di essere aiutati a coinvolgersi nella stessa esperienza. Gesù risponderà insegnando il Padre Nostro.

 

Già l’inizio è sorprendente: per Abramo l’uomo davanti a Dio è come polvere di fronte alla Roccia: «Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere»:  Con Gesù, al contrario, l’uomo è “Figlio”.

Ma proprio perché è Figlio e deve desiderare di poterlo esprimere nella quotidianità, sente la povertà che si porta addosso, sente che deve mendicare l’Amore di Padre che lo fa essere tale.

Il contenuto della domanda cristiana è allora, la piena realizzazione di noi stessi e del progetto che, il Padre, ha per  noi e per il mondo intero.  Ogni desiderio particolare o rientra in queste costruzione, o alla lunga diventa tentativo di piegare Dio al proprio capriccio. Tentativo di ridurre Dio ad un idolo “fabbricato dalle nostre mani”.

 

Sia il brano dell’ intercessione di Abramo che quello Evangelico, esprimono il desiderio di Dio  che, chi si fa supplice, abbia una risposta sempre e adeguata …  ma allora, là dove questo Dio non sembra rispondere …  come la mettiamo?

Ecco l’ affermazione di  Gesù in proposito:   “Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!”.

 

Gesù non promette che il Padre risponderà secondo le nostre attese … E’ Padre, sa di che cosa veramente abbiamo bisogno … non può aderire sempre ai nostri “possibili buoni capricci”… (Pensiamo alla nostra esperienza di adulti, di genitori, di educatori davanti alle richieste anche buone, di chi ci è affidato). Risponderà allora comunque e sempre? E se lo farà, come interverrà? Abbiamo letto, con “il dono dello Spirito Santo”.

Che significa questo?

Che ci darà la forza di essere veri, sempre, e sopratutto in quella circostanza particolare che stiamo vivendo o per cui stiamo intercedendo, in modo che, nei tempi e nei modi che Egli riterrà un bene per noi, tutto si compia e sempre per un positivo, per tutti.

 

Non sempre ciò che chiediamo, infatti, anche se sembra buono, rispecchia il progetto del Padre, questa che viviamo non è la vita definitiva … Siamo stati creati per altro!  Pensiamo ad una malattia, che non guarisce, persino ad una morte che sopravviene nonostante il grido e la preghiera di molti …  Pensiamo alle tante volte che ci sembra di non essere esauditi, anche nelle richieste più elementari di bene …  Vi assicuro, “ il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!». A quelli che “nella fede” sono certi che Egli continua ad amarci e a portare a compimento “i desideri veri del nostro cuore”.

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