OMELIA XIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

LETTURE: 2 Re 4,8-11.14-16a; Sal 88; Rm 6,3-4,8-11; Mt 10,37-42

 

Vivere il Battesimo, morire continuamente a se stessi per risorgere con Cristo, ecco la condizione per una sequela vera, dove l’amore a Cristo diventa l’esperienza che fa vero ogni altro amore, altrimenti tutto scade nel sentimento e nel particolarismo. Il Prima del Vangelo non è temporale, ma  un fondamento su cui dilatare ciò che con Gesù si sperimenta.

La seconda parte del Vangelo mi sembra importante circostanziarla, non una accoglienza generica, ma ai miei discepoli…   Mi sembra bello in questo senso pensare a tutta la tradizione cristiana attenta ai suoi preti, ai suoi missionari, capace di sostenere, anche materialmente,  perché il loro compito possa essere libero dalle preoccupazioni terrene e si volga  tutto al Signore e in Lui all’uomo che gli è stato messo accanto. (anche la prima lettura è in questo senso).

Forse dovremmo recuperare il significato vero anche della nostra condivisione e partecipazione alle realtà concrete  della vita della comunità Cristiana.

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