Anno C
VESPERTINA NELLA VIGILIA LETTURE: Gn 11,1-9; Sal 32; Rm 8,22-27; Gv 7,37-39
MESSA DEL GIORNO LETTURE: At 2, 1-11; Sal 103; Rm 8, 8-17; Gv 14, 15-16. 23-26
Chiudiamo il grande tempo della Pasqua, i cinquanta giorni della gioia, Pentecoste, contemplando il primo grande dono del Cristo Risorto, lo Spirito Santo
Chi è lo Spirito Santo? Sono molti gli spunti offerti dalla liturgia odierna, arricchita anche dalle letture della grande veglia, che come nella notte di Pasqua ripercorre tutta la scrittura, per offrirci una sintesi che possa nutrire e sostenere la vita risorta ricevuta nel Battesimo.
Vorrei partire da una affermazione del Vangelo della Vigilia: “«Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva». Questo Gesù disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui.
L’acqua viva, per chi ha sete. E’ una esperienza che tutti facciamo, è la grande soddisfazione che proviamo quando abbiamo veramente sete e ci troviamo di fronte ad una sorgente viva lungo il cammino che ci porta alla vetta del monte.
Per capire chi è lo Spirito, forse è banale ripeterlo, bisogna essere nella condizione di chi può apprezzare l’acqua viva, avere sete, di chi può apprezzare la risposta alle grandi attese del cuore, perché è una persona viva che non si lascia accontentare dei surrogati offerti dal mondo.
L’epistola di San Paolo ai Romani può aiutarci a rendere più semplice l’affermazione di cui sopra: si parla infatti della vita secondo lo Spirito e della nostra adozione come figli di Dio, una vita che per esprimere tutta la sua bellezza deve rinnegare le opere della carne, opere che nella lettera ai Galati esplicita così: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere. Nonostante che vediamo i frutti di tutto questo in noi e attorno a noi e negli annunci quotidiani del telegiornale, dovremmo riflettere se siamo convinti che per vivere veramente, abbiamo bisogno di un’altra logica…. Ci fermiamo semplicemente a detestare… o sentiamo veramente “sete” di una vita diversa? da cercarla come quando abbiamo veramente sete lungo i sentieri della montagna o, è la stessa cosa, come quando sotto la calura dell’ombrellone in spiaggia, non potendone più ci alziamo e corriamo a tuffarci nel mare per gustare una condizione diversa, quella più conforme al vero desiderio di essere?
Se siamo in questa ultima posizione, per tutte le attese del cuore, allora capiremo “lo Spirito” che Gesù ci annuncia, che ci è stato dato nel Battesimo, ci è stato confermato nella Cresima, che ci viene donato in ogni celebrazione Eucaristica, e che ci viene effuso nella vita di Carità. Lo ricercheremo come si ricerca l’amico vero dentro l’esperienza quotidiana della Chiesa. L’ esempio ci viene dai nostri Santi che hanno avuto il coraggio di abbeverarsi a questa fonte, magari dopo anni di ricerca e anche di vita dissoluta: con quella risposta hanno costruito la civiltà dell’amore.