OMELIA V DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C

LETTURE: Is 6,1-2,3-8; Sal 137; 1 Cor 15,1-11; Lc 5,1-11

Peccatori, ma chiamati,

Continua lo scandalo dell’Incarnazione. Dio non ha paura della nostra povertà, chiede solo il coraggio di coinvolgere con Lui la nostra libertà: Lui sanerà le nostre ferite e ci renderà strumenti credibili del suo Amore perché nel mondo accada il Suo regno di Giustizia, Verità e Amore.

Isaia, Paolo, Gli Apostoli, ognuno a modo suo testimonia la misericordia che li ha raggiunti e che da peccatori li ha elevati alla dignità di collaboratori dell’opera di salvezza che Dio non ha mai fatto mancare al Suo popolo.

Forse ci domanderemo il perché di questo metodo, c ‘è solo una risposta, l’amore nei nostri confronti e il rispetto della libertà di ogni uomo.

L’amore nei nostri confronti: ci ha creato Grandi come Lui, ci ha fatto sin dall’inizio signori del creato, continuatori dell’opera creativa affidata alle nostre mani, perché sia sempre più corrispondente alle nostre attese, per questo non poteva che desiderare la stessa cosa per l’opera redentiva. Là dove il male ha mortificato e distrutto la bellezza degli inizi, ha voluto che Suo Figlio diventasse uomo per abbracciare l’uomo e rinnovarlo e, attraverso di lui, arrivare nel tempo e nella spazio ad ogni creatura, offrendo così a tutti la stessa esperienza iniziata con i primi chiamati.

Il rispetto della nostra libertà, l’amore non si impone, ma si propone, con gesti che dicono e non dicono, davanti ai quali è necessario un lavoro, la ricerca delle ragioni, un si fondato non sul sentimento, ma su qualcosa che non viene meno. Una proposta che si imporrebbe per la sua evidenza distruggerebbe la grandezza dello scegliere che è propria dell’uomo.

La scelta, non distrugge l’identità propria della persona, ma la conduce in profondità. Rimango quello che sono, ma con una consapevolezza più grande, quella di una predilezione ricevuta, che mi porta ancora una volta a capire quanto sia amato, e quanto questo stesso amore, lo debba dilatare al mondo perché nessuno resti escluso da questa chiamata.

Isaia rimane quello che era, ma con le labbra purificate, perché da quella bocca possa uscire veramente la Parola di Dio.

Paolo rimane sempre il più piccolo degli apostoli, ma la grazia di Dio in lui non resta vana, lavora, costruisce le piccole comunità che cambieranno il volto dell’impero RomanoSimone, rimane sempre un pescatore, ma ora pescatore di uomini, nel caos delle acque, simbolo del disordine, la capacità di estrarvi l’uomo che cerca la salvezza e fargliela incontrare.

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