OMELIA III DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno C

LETTURE: Ne 8,2-4.5-6.8-10; Sal 18; 1Cor 12,12-30; Lc 1,1-4; 4,14-21

Il popolo di Israele per sentirsi tale, per riscoprire la bellezza dell’appartenere a un Dio che lo aveva scelto e amato, aveva bisogno di ritrovarsi e riascoltare il libro della Legge, risentire le grandi cose che Egli aveva fatto per loro.

Nel Nuovo Testamento, questa legge, questa Parola diventa una Persona Gesù, che nella sinagoga di Nazareth proclama che tutto ha compimento in Lui: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato»

Riunirsi attorno a Lui, seguire Lui diventa fondamentale per essere quel popolo che San Paolo oggi così bene descrive usando la metafora del corpo, membra diverse per l’edificazione dell’unica realtà.

La Domenica per noi Cristiani diventa momento fondamentale, non per assolvere un precetto, ma per diventare sempre più quello che siamo, quello che il Battesimo ha fatto di noi: Uno con Cristo, la parola vivente del Padre, la salvezza del mondo intero

Dice il Concilio Vaticano II: Secondo la tradizione apostolica, che ha origine dallo stesso giorno della risurrezione di Cristo, la Chiesa celebra il mistero pasquale ogni otto giorni, in quello che si chiama giustamente «giorno del Signore» o «domenica». In questo giorno infatti i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare all’Eucaristia, e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e rendere grazie a Dio che li «ha rigenerati nella speranza viva della risurrezione di Gesù Cristo dai morti» (1 Pt 1, 3). La domenica è dunque la festa primordiale che dev’essere proposta e inculcata alla pietà dei fedeli, in modo che risulti anche giorno di gioia e di riposo dal lavoro. Non le vengano anteposte altre celebrazioni, a meno che siamo di grandissima importanza, perché la domenica è il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico.

Riscoprire questo giorno e in esso il momento centrale, la S. Messa, sentirla indispensabile, parteciparvi preparati arrivando con qualche momento di anticipo…. È fondamentale

La parola “precetto” usata dalla tradizione non significa obbligatorio, ma indispensabile per essere Cristiani a tal punto che se lo lasci perdi la tua identità battesimale. Vivere poi L’Eucaristia anche quotidianamente, come diversi fanno, diventa importante per ridirsi ogni giorno in un tempo pieno di distrazioni chi sono e chi appartengo e per quale motivo esisto.

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