Anno C
LETTURE: Is 40,1-5.9-11; Sal 103; Tt 2,11-14; 3,4-7; Lc 3,15-16.21-22
Si conclude con questa domenica il tempo del Natale,
Perché Cristo è nato? San Paolo nella sua meravigliosa lettera ci ricorda una cosa molto semplice, ma fondamentale: “Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo, che Dio ha effuso su di noi in abbondanza per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro, affinché, giustificati per la sua grazia, diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.”
Potremmo sintetizzare, perché ci realizzassimo come uomini (salvati), qui, ora e avessimo la vita eterna.
Tutti gli uomini. Ma perché si arrivasse a questo Dio ha sempre attuato un metodo, scegliere alcuni perché vivessero in albore questa vita realizzata e la testimoniassero a tutti.
Israele fu il Figlio amato, fu tratto dall’Egitto attraverso le acque del Mar Rosso perché potesse offrire a Dio un Sacrificio gradito nel deserto, questo Sacrificio era l’ascolto della legge, perché “tu sia felice e viva nella terra dove scorre latte e mieli” e testimoniasse agli uomini l’Amore del Suo Dio, come ci testimonia il profeta raccogliendo i popoli tutti in unità: “Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”
Gesù il frutto atteso di questo popolo è presentato dalla Trinità SS. nelle acque del Giordano, come il nuovo Figlio amato: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» e con Lui e in Lui tutti coloro che attraverso le acque del Battesimo hanno accolto di essere Figli nel Figlio.
Eccolo il nuovo popolo, amato, rinato nel Battesimo, chiamato a portare a pienezza il progetto del Padre. Siamo noi, la sua Chiesa oggi, che siamo qui per riscoprire la nostra vocazione, per risentire su di noi il compiacimento del Padre, quello di essere amati, per testimoniare al mondo la bellezza di una vita che come tale potrà diventare eterna, perché e quella dell’Amore. Cristo porterà a compimento il compito ricevuto nel Mistero della Croce, lasciando a ciascuno di noi l’impegno a non avere paura di abbracciare questa stessa logica, che fa del dono della vita la pienezza dell’amore