Anno C
LETTURE: Sir 24,1-4.8-12; Sal 147; Ef 1,3-6.15-18; Gv 1,1-18
Se in questi giorni abbiamo guardato con stupore e gratitudine il Mistero del Natale, oggi potremmo dire, guardiamo con altrettanto stupore e gratitudine ciò che è accaduto a noi a seguito di questo grande evento: rileggiamo alcuni versetti ascoltati nella proclamazione della Parola di Dio
“Benedetto Dio, … ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi…. predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo,
vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi.”
“A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio”
Sono Parole impensabili per chi ha coscienza della propria miseria, ma che da ora in avanti può affermare, Io sono una Miseria Amata. Misericordia, parola che sant’Agostino ritraduceva in un modo stupendo: “A coloro che sono niente e che gli si rivoltano contro (miseri) Dio dà il suo cuore (cor Dat)”
Una Miseria Amata, ecco da dove nasce la Speranza, il tema di questo anno Santo, Ecco da dove nasce la certezza che tutto può essere recuperato anzi che tutto può salire a quelle altezze che la natura nuova ricevuta ci dona: Figli nel Figlio, glorificati come Lui.
Il pericolo di abituarsi, il pericolo di non meravigliarsi più, ci porta a vivere una vita legata ai nostri limiti e spesso a non sperare più. Un Figlio se ha coscienza di esserlo sa che il proprio Padre non lo abbandonerà mai. Il Cristiano è l’uomo della gioia che nasce dalla consapevolezza di essere amati sempre.