Anno B
LETTURE: Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13, 24-32
VIII Giornata Mondiale dei Poveri, 2024
La preghiera del povero sale fino a Dio (cfr Siracide 21,5)
«Tutta la predicazione cristiana, tutta l’esistenza cristiana, e la Chiesa stessa nel suo insieme, sono caratterizzate dal loro orientamento escatologico» (Moltmann).
E’ l’ultima domenica dell’anno liturgico, domenica prossima lo chiuderemo con la Festa di Cristo Re, La chiesa nella sua liturgia non può che parlarci delle cose ultime.
Le cose ultime. Il catechismo di san Pio X le identificava così: “morte, giudizio, Inferno e Paradiso”
Il profeta Daniele nella prima lettura descrive molto bene questo momento: tempo di angoscia, tempo di giudizio, vita eterna, infamia eterna, i saggi risplenderanno come le stelle nel firmamento.
Chi sono i saggi? Coloro che hanno fatto proprio l’insegnamento della “Sapienza”, il cui primo passo è “il timor di Dio” come recita il libro dei Proverbi. L’ultimo incontro con Lui, il Dio della vita che giudicherà “i vivi e i morti”, come diciamo nel Credo, potrà essere un momento di resurrezione eterna, se ogni istante del nostro vivere oggi sarà il nostro riconoscerlo nei segni che ci circondano e ci provocano, sarà riconoscere la Sua presenza che ci porta ad un giudizio su tutto per una scelta “Sapiente” nella vita, allora ci prepareremo ad accogliere senza paura il giudizio finale con la libertà di chi ha preparato ogni giorno quel momento finale e definitivo: “Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte”.
Quanti segni di morte per la vita! Se sapessimo leggere i fatti del quotidiano, guerre, omicidi, femminicidi, drammi giovanili…
Se sapessimo leggere i fatti buoni e prenderne esempio….
Se sapessimo guardare in profondità i nostri desideri… “amare sé stessi” si diceva in qualche domenica trascorsa….
Se sapessimo guardare in profondità, leggere tutte queste cose, quali giudizi potrebbero emergere, che ci renderebbero Sapienti preparando così per noi il Giudizio ultimo della vita, “quando Lui sarà alle porte”.La giornata dei poveri, sia oggi un’altra potente provocazione: sentirci poveri è anche qui il segno più alto della sapienza, che ci porta a invocare Dio, l’unica nostra ricchezza, che ci aiuta a guardare al fratello e a riconoscerlo un dono, con cui camminare verso il giudizio eterno in cui ci sarà Il grande esame di coscienza: “Ero povero, ero nudo, ero carcerato, ero ammalato e voi…”