Anno B
LETTURE: Dt 6,2-6; Sal 17; Eb 7,23-28; Mc 12,28b-34
“Ascolta Israele… perché tu sia felice”
C’è un Padre che ti ama e ti ha creato ad immagine e somiglianza sua, ricambia questo amore e dilatalo al mondo intero a cominciare dall’amore a te stesso.
Eccolo il primo e più grande comandamento, osservarlo val più di tutti gli olocausti e i sacrifici.
Comandamento, certo non si può comandare l’Amore, ma l’uomo capisce che è una necessità fondamentale legata alla sua stessa natura: il Dio che l’ha voluto come Lui, è rapporto, comunione, amore e lo ha creato rapporto, comunione amore. Riconoscere la propria origine e la propria consistenza diventa il primo passo per non distruggere la propria vita, modellarla su quell’amore reso visibile dal Cristo, fatto carne, diventa pedagogia concreta per portare a pienezza ciò che ci è stato dato in seme e da costruire in libertà.
Se amare Dio è il primo passo per immergersi nell’amore che ci fa essere, il secondo passa è “amare sé stessi” come Lui ci ama. Questa “necessità” è altrettanto fondamentale, perché diventa il punto di partenza per amare il prossimo, l’umano che vive attorno a noi.
Conoscerai il fratello e l’umano che è in lui, se conoscerai te stesso, l’umano che è in te, se ti apprezzerai come ti apprezza Dio, se avrai misericordia di te e del tuo limite, come Dio ha misericordia di te e del tuo limite. Si dona e si dilata al mondo non una idea di amore, ma una esperienza d’amore: Perché senti che è bello sperimentare in te ciò che realizza, così senti che è bello dilatare questa stessa esperienza a chi è come te e, come te, sente il bisogno di tutto questo.
In negativo, i mali del mondo hanno origine dal dimenticare tutto questo: Il mondo ragiona con altri criteri. Una natura che ti butta nel mondo e che chiede di affermarsi per essere qualcuno che conta a scapito di tutto e di tutti. Dove la necessità è il contrario dell’amore, l’egocentrismo, dove tutto deve ruotare attorno a me, e se così non funziona divento violento ed elimino chi mi è di ostacolo.Dio non impone, è amore, l’uomo che vuol essere se stesso non si impone, si offre, fino al dono totale di sé. Questa è la vera grandezza, la vera felicità che nasce da una grande fecondità, come i diversi Vangeli delle domeniche trascorse ci hanno insegnato