Anno B
LETTURE: Is 50,5-9a; Sal 114; Gc 2,14-18; Mc 8,27-35
«Ma voi, chi dite che io sia?» Gesù pone, qui la domanda che tocca l’identità della Sua persona e della Sua missione. Tocca anche la ragione ultima della sequela dei Dodici, che per Lui hanno abbandonato tutto e lo hanno seguito e continuiamo a farlo. «Tu sei il Cristo». È la risposta entusiastica di Pietro: Tu sei Colui che ha conquistato il nostro cuore, la nostra mente e la nostra vita; in Te confidiamo!
Un quadro stupendo, una risposta carica di gratitudine, ma anche l’occasione per Gesù per ricordare che accettare di essere risposta al cuore dell’uomo non è un sentimento vago, ma un lavoro preciso che ha un nome: Croce. Lo dovrà essere per Lui, ma non potrà non esserlo anche per chi, come Lui, sarà chiamato ad offrire ad ogni uomo il senso della vita, il motivo per cui lasciare tutto quello che impedisce la propria realizzazione umana è conveniente.
La parola che sintetizza questo atteggiamento di dono, perché l’altro si realizzi è AMORE, che per essere vero deve essere impregnato della parola Croce, Sacrificio. Chi si scandalizza di questa affermazione è satana, è colui che divide, cioè distrugge una esperienza vera.
Se questa affermazione la comprendiamo quando parliamo di figli o in genere di cammino educativo, ne siamo invece distanti quando la traduciamo per un rapporto di amicizia, di fidanzamento, di matrimonio, di amore ai propri genitori soprattutto quando arrivano a tarda età.
La parola amore qui diventa “il non possesso”, diventa con un termine cristiano “verginità”, diventa dare la propria vita perché l’altro “abbia la vita e l’abbia in abbondanza”. Un amare semplicemente per niente, perché l’altro sia sé stesso.
Dicevamo sopra, senza questo passaggio, che è croce, che è sacrificio si distrugge l’esperienza dell’amore e si diventa “violenti”. E’ la realtà che vediamo ogni giorno in televisione o sui giornali che arriva fino ad uccidere l’altro perché non si sottomette alla propria idea di amore sentimento. La pagina evangelica odierna risulta come sempre di una grande attualità e come sempre Cristo insegna prima di tutto non con la parola ma con l’esempio. “Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”.