OMELIA XI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

Anno B

LETTURE: Ez 17,22-24; Sal 91; 2 Cor 5,6-10; Mc 4, 26-34

Piccoli e brevi esempi, “parabole” per ricordarci una semplice cosa, chi porta avanti la Storia è Il Signore, a noi il compito di leggerne i segni perché aderendo, non mortifichiamo, ma esaltiamo l’opera di Dio che Egli compie perché ogni uomo trovi il suo posto e gioisca nel sentirsi amato. “così che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».

In una società del “fare” e dove conta al saper “fare” qui ci viene annunciata una logica opposta, quella del saper accogliere, che apparentemente mortifica chi vuole essere protagonista unico della propria storia, ma che alla fine resta vincente perché noi siamo in quanto un Altro ci fa. Accettare di essere amati, vale molto di più del volersi amare con le proprie forze.

E’ la libertà del bambino che si affida totalmente ai propri genitori: i capricci nascono quando li si sente lontani, non presenti, basta un abbraccio per ricomporre tutto. Le dimensioni dell’umiltà e della povertà sono gli atteggiamenti che crescendo l’uomo deve imparare a recuperare ogni giorno per ritornare sempre alla posizione iniziale che è quella vera di sempre.

La libertà dell’uomo non è distrutta ma esaltata, accogliere l’amore di un Altro che ci conosce dall’eternità e ci vuol destinare all’eternità, questo è il nostro compito. Libertà di poter essere quello che siamo stati pensati per poter fare ciò che realizza. Se guardiamo all’esperienza questa dimensione del vivere semplicemente come amati, è l’unico atteggiamento che da pace anche nei momenti più duri della vita. Siamo Suoi ed Egli ha promesso che non ci abbandonerà

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